L’estate ci ha dato l’illusione di una piena ripresa del turismo in Italia, ma i numeri raccontano tutt’altro. Secondo Federalberghi, le camere in albergo sono piene solamente al 30% e nel 2021 il fatturato perso ammonterebbe a 10 miliardi di euro rispetto al 2019, con un calo del 36%. Anche i ristoranti stanno accusando il colpo. La fine dello “smart working” per i dipendenti pubblici ha offerto un sollievo solo parziale, perché la categoria lamenta che molti lavoratori non starebbero recandosi nei locali per la pausa pranzo, in quanto sprovvisti di green pass.
In settimana, il governo degli Stati Uniti d’America ha invitato i suoi cittadini a non recarsi in Italia per l’elevato rischio pandemico, classificato al livello 4. Ed è arrivata anche la botta autoinflitta dal governo Draghi: i viaggiatori dal resto dell’Unione Europea in ingresso nel nostro Paese dovranno sottoporsi a un tampone con risultato negativo prima della partenza, mentre i non vaccinati saranno costretti anche a 5 giorni di quarantena. Bruxelles ha reagito duramente contro l’iniziativa, chiedendo a Roma spiegazioni sulle misure per i vaccinati.
Turismo in Italia 13% del PIL
Il commissario UE, Vera Jourova, ritiene che tali inasprimenti in Italia e forse in Portogallo non siano giustificati dai dati sulla pandemia e che rischino di intaccare la fiducia dei cittadini comunitari circa l’omogeneità delle regole. Il turismo in Italia incide per il 13% del PIL e quasi il 15% dell’occupazione. Vi gravitano complessivamente 3,5 milioni di posti di lavoro. La sua ripresa è essenziale per farci uscire dalla crisi provocata dal Covid. Ma tra aumenti dei contagi nel resto d’Europa e misure autolesionistiche come quelle appena varate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il comparto accuserà il colpo proprio durante le festività natalizie.
L’allarme americano priverà il turismo in Italia di un’altra fetta di mercato, specie nelle città d’arte, e inaspettatamente. Atteso era, invece, l’aumento delle restrizioni anti-Covid a Natale, sebbene ad oggi non possiamo parlare di misure draconiane simili a quelle dello scorso anno e imposte dal governo Conte. Già regioni come il Trentino e la Campania hanno vietato le feste di piazza; altre seguiranno, così come vi saranno limitazioni un po’ ovunque agli assembramenti. Ma il disincentivo a farsi una vacanza in Italia potevamo risparmiarcelo. In fondo, siamo tra le realtà meglio messe al mondo sul piano sanitario.