L’industria automobilistica italiana sta affrontando una delle crisi più gravi degli ultimi anni. La produzione di veicoli è in calo da inizio 2024 e, secondo i dati diffusi da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), la situazione per l’automotive nostrano potrebbe peggiorare senza un intervento tempestivo del Governo. Tra le cause principali della crisi vi sono la riduzione dei fondi di supporto al settore e le sfide legate alla transizione ecologica.
Secondo i dati di ANFIA, nel solo mese di settembre 2024 sono state prodotte 25.000 auto in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
A pesare è anche il saldo commerciale negativo: mentre l’export di auto e componenti ha fruttato circa 1,7 miliardi di euro tra gennaio e luglio, le importazioni hanno toccato i 2,9 miliardi. Questo squilibrio riflette la perdita di competitività della filiera nazionale sui mercati esteri, nonostante l’Italia mantenga solide relazioni con Paesi chiave come Stati Uniti, Germania e Francia.
Il taglio dei fondi e l’appello di ANFIA
Uno dei temi più critici per il futuro del settore è il taglio del Fondo Automotive. Il Governo ha infatti deciso di ridurre di circa l’80% i fondi destinati al settore per il periodo 2025-2030, una misura che ha suscitato grande preoccupazione all’interno di ANFIA. Gianmarco Giorda, Direttore Generale dell’associazione, ha sottolineato come questi fondi fossero essenziali per accompagnare la transizione ecologica e tecnologica del settore automobilistico italiano.
La decisione di tagliare i fondi rischia di indebolire ulteriormente il settore in un periodo in cui la produzione automobilistica europea sta già subendo un forte calo. La speranza è che il tavolo Sviluppo Automotive convocato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) possa portare a nuove soluzioni per rilanciare l’industria automobilistica italiana. ANFIA auspica che il Governo rimetta al centro le politiche industriali per il settore, considerando la possibilità di ripristinare almeno parte dei fondi tagliati per il 2025.
Automotive in crisi, sfide della transizione futuro dell’industria italiana
La crisi dell’automotive italiano non è solo economica ma anche strutturale. La transizione ecologica impone una trasformazione profonda che richiede investimenti in nuove tecnologie e infrastrutture. Tuttavia, senza adeguati incentivi e supporti finanziari, la filiera italiana potrebbe perdere la propria competitività e il proprio ruolo di leader nella componentistica, una delle eccellenze del Made in Italy.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato recentemente che il Governo sta valutando nuove strategie per sostenere l’industria, puntando soprattutto sulla componentistica come settore chiave. Tuttavia, ANFIA avverte che concentrarsi unicamente sulla componentistica rischia di non essere sufficiente se l’intera produzione automobilistica non viene supportata adeguatamente. La complessità della filiera italiana richiede una visione integrata che includa sia la produzione di veicoli che quella di parti e accessori.
La crisi del settore automobilistico italiano è un problema complesso che richiede soluzioni mirate e politiche di lungo termine. La mancanza di supporto statale potrebbe portare a una perdita di competitività sui mercati internazionali e a un ulteriore calo della produzione interna, con gravi conseguenze per l’occupazione e l’economia nazionale.
In sintesi…
- La produzione automobilistica italiana è in calo, con una riduzione del 38,3% nei primi nove mesi del 2024.
- Il taglio dell’80% al Fondo Automotive mette a rischio la competitività del settore, colpendo l’intera filiera.
- ANFIA sollecita il Governo a ristabilire i fondi per sostenere la transizione ecologica e il rilancio del settore.