In arrivo avvisi bonari e lettere di compliance anche dai comuni. Questa la possibile novità che potrebbe giungere presto e che attualmente è allo studio del governo. Ad anticiparlo è stato, qualche giorno, fa il Ministro dell’Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, in occasione di una question time.
“Sono in corso gli approfondimenti istruttori preordinati alla predisposizione di una proposta normativa diretta a consentire agli enti locali di introdurre, nel rispetto del principio dell’autonomia impositiva, istituto che favoriscano l’adempimento spontaneo del contribuente, con sistemi premiali di riduzione delle sanzioni, quali il controllo formale e l’avviso bonario, già previsti per i tributi erariali.“
Queste le parole con cui si è espresso il Ministro nel corso dell’interrogazione parlamentare.
La compliance oggi
Attualmente, l’Agenzia Entrate, quando scova un’irregolarità del contribuente commessa nella dichiarazione redditi e nel versamento di tributi (IRPEF, IRES; ecc.), non parte subito usando le manieri forti.
Emette il c.d. avviso bonario, detto anche comunicazione di irregolarità. In pratica avverte il contribuente di aver scoperto l’anomalia e lo invita a regolarizzare la posizione entro un certo lasso di tempo. Se il contribuente, ritiene fondata la pretesa, può pagare entro detto tempo godendo di una riduzione sanzionatoria (10% invece che 30%).
Laddove, invece, questi dovesse ritenere detta pretesa non fondata può, comunque, fornire documenti e informazioni a propria discolpa. In questo secondo caso se l’Agenzia Entrate effettivamente ha sbagliato a inviare l’avviso, procederà al suo annullamento (totale o anche solo parziale).
Agli avvisi bonari si affiancano le c.d. lettere di compliance. In tal caso, l’Agenzia dopo aver scoperto l’anomalia invia la lettera al contribuente invitandolo a collaborare. Ad esempio, la lettera di compliance è quella che arriva al contribuente quando questi non ha presentato la dichiarazione redditi nei tempi ordinari.
In tale circostanza l’Agenzia, invia una lettera ricordando al contribuente che può ancora trasmettere la dichiarazione entro i 90 giorni successivi e che se lo fa, pagando una sanzione di 25 euro, la dichiarazione non è omessa. Dunque, lo avvisa prima che sia troppo tardi e prima che possa scattare una sanzione più alta.
Avvisi bonari, si apre anche ai comuni
Ad oggi gli avvisi bonari e le lettere di compliance sono due strade previste solo per i tributi erariali, ossia risultano prerogativa di quelli gestiti dall’Agenzia Entrate.
Non sono, invece, previste per i tributi gestiti dagli enti locali, come ad esempio IMU e TARI. Quando il comune si accorge che il contribuente ha omesso la dichiarazione IMU o non ha versato il tributo, non invia nessun avviso bonario o lettera di compliance. Per contro fa recapitare al contribuente inadempiente direttamente la sanzione piena prevista per la violazione commessa.
Il governo Meloni, secondo le anticipazioni del Ministro Giorgetti, vorrebbe allineare i due sistemi e, quindi, prevedere anche per i comuni e altri enti locali, nell’ambito della propria autonomia regolamentativa, la possibilità di invio di avvisi bonari e lettere di compliance, prima di arrivare alle maniere di recupero con mano pesante.
Una possibilità che, tuttavia, dovrà fare i conti con le casse locali, visto che i comuni vivono di tributi come IMU e TARI. Va da sé che permettere ai contribuenti di pagare meno sanzioni con l’avviso bonario, significherà per il comune mento entrate di bilancio.
Riassumendo…
- attualmente gli avvisi bonari e le lettere di compliance sono previsti solo per i tributi gestiti dall’Agenzia Entrate (IRPEF, IVA, IRES, cedolare secca, ecc.)
- non è, invece, previsto invio di avvisi bonari e lettere di compliance per i tributi locali (IMU, TASI, ecc.)
- è allo studio del governo la possibilità di consentire anche ai comuni la strada della collaborazione con i contribuenti, per violazioni che interessano i tributi locali.