Continuano ad arrivare nella cassetta posta degli italiani avvisi bonari da parte dell’Agenzia delle Entrate. Con le comunicazioni inviate l’Amministrazione finanziaria, in pratica, avverte il cittadino che sono state riscontrate delle anomalie nella sua dichiarazione dei redditi. Lo invita, quindi, a verificare ed a regolare la propria posizione pagando, entro un certo lasso di tempo, l’importo indicato nella comunicazione stessa.
In pratica l’Agenzia dice che per mettersi in regola, bisogna pagare, entro 30 giorni, la maggiore imposta dovuta oltre che la sanzione e gli interessi.
Questo però, non vuol dire che il contribuente destinatario della comunicazione debba pagare subito. Questi, infatti, può fare i dovuti riscontri (da solo o anche con l’ausilio del suo commercialista) e capire se effettivamente la violazione contestata è stata commessa. Se così non fosse, questi può fornire tutte le informazioni a sua discolpa e se l’Agenzia delle Entrate effettivamente costati di essersi sbagliata rettificherà, in tutto o in parte, la propria posizione. Quindi, annullerà, in tutto o in parte l’avviso bonario.
Gli avvisi bonari li manda l’Agenzia dopo i controlli
Gli avvisi bonari sono definiti anche “comunicazioni di irregolarità”. Il motivo è semplice da intuire. Con essi, l’Agenzia delle Entrate dice al contribuente di aver commesso una irregolarità verso il fisco nella propria dichiarazione dei redditi e lo invita “bonariamente” a mettersi in regola.
L’Amministrazione finanziaria può inviare una comunicazione di irregolarità a seguito di
- controlli sulle dichiarazioni fiscali, sulla base dei dati dichiarati dal contribuente o, comunque, in possesso dell’Agenzia delle Entrate (c.d. controllo automatico)
- controlli diretti a verificare la correttezza dei dati indicati nelle dichiarazioni e dei versamenti delle imposte, dei contributi e dei premi dovuti attraverso un riscontro con la documentazione richiesta al contribuente oppure incrociando i dati presenti nelle dichiarazioni presentate anche da altri soggetti o trasmessi per legge all’Agenzia (c.d. controllo formale).
Perché conviene pagare
Negli avvisi bonari, come detto, l’Amministrazione invita il contribuente a regolarizzare la propria posizione chiedendogli di pagare l’importo indicato.
Laddove la dichiarazione dei redditi oggetto di contestazione sia stata inviata tramite intermediario (ad esempio commercialista), i suddetti 30 giorni, decorrono, invece, dopo che sono trascorsi 60 giorni dalla notifica dello stesso avviso bonario all’intermediario.
L’importo dovuto può anche essere rateizzato. Sul sito dell’Agenzia è anche disponibile un servizio gratuito per il calcolo rate dell’avviso bonario.
Pagando entro i citati termini, il cittadino ha il vantaggio di vedersi applicare una sanzione ridotta ad 1/3.
Entro il medesimo termine di 30 giorni, i contribuente ha però anche la possibilità di fornire all’Agenzia delle Entrate informazioni e documenti a propria discolpa. Ciò può essere fatto direttamente o anche avvalendosi dell’intermediario che ha trasmesso la dichiarazione redditi. Diversi sono i canali per farlo. Ad esempio mediante CIVIS oppure chiamando al numero verde al numero verde 800.90.96.96 da fisso, oppure allo 0696668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal proprio gestore).