Avvisi bonari: attenti alla truffa

Una nuova truffa sfrutta falsi avvisi bonari dell'Agenzia delle Entrate per ingannare i contribuenti e sottrarre dati sensibili
2 mesi fa
3 minuti di lettura
Nuove e-mail truffa Agenzia Entrate: non aprite l’allegato
Foto © Licenza Creative Commons

Negli ultimi giorni in in corso una nuova truffa online che sfrutta falsi avvisi di comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate, mettendo in pericolo la sicurezza dei contribuenti. Questo tipo di frode utilizza tecniche ingannevoli per indurre le persone a condividere dati personali o addirittura a effettuare pagamenti non dovuti. La frode è ben orchestrata, e chi non è sufficientemente attento potrebbe cadere nella trappola, esponendo i propri dati a malintenzionati.

Il primo passo del raggiro è una falsa email che sembra provenire dall’Agenzia delle Entrate.

In particolare, il messaggio apparente viene inviato da un inesistente “Servizio amministrativo AE” e include la firma di un fantomatico “Capo del Servizio Accertamenti Fiscali”. Questa email, contenente un allegato, finge di notificare al destinatario presunte violazioni fiscali, minacciando sanzioni severe e costi elevati. Nel messaggio, il contribuente viene invitato a rispondere tempestivamente via email, naturalmente a un indirizzo che non appartiene all’Agenzia.

La truffa si evolve se la vittima risponde al primo messaggio. In questo caso, viene inviata una seconda comunicazione, apparentemente più autorevole, che sembra provenire direttamente dal direttore dell’Agenzia delle Entrate. Anche qui, il messaggio include un allegato con una falsa lettera firmata in modo fraudolento dal direttore stesso. La lettera espone un inesistente contenzioso fiscale e propone la risoluzione della questione tramite il pagamento di una fantomatica “ammenda transattiva di 30.000 euro”. Ancora una volta, la vittima viene esortata a fornire ulteriori dati personali per procedere.

Truffa avvisi bonari: contatti successivi e ulteriori rischi

Se il destinatario della truffa avvisi bonari cade ulteriormente nella trappola e continua a rispondere, i truffatori possono contattarlo tramite altre modalità, come il telefono o SMS, fornendo ulteriori dettagli e false istruzioni per il pagamento. Questo aumenta il rischio di danni finanziari e violazioni della privacy, poiché i malintenzionati raccolgono sempre più informazioni sensibili.

È fondamentale essere consapevoli che l’Agenzia delle Entrate non invia mai email di questo tipo e non richiede pagamenti o dati personali attraverso messaggi non verificati.

In caso di dubbio, è importante ricordare che qualsiasi comunicazione che solleciti un pagamento immediato o il rilascio di informazioni riservate deve essere considerata sospetta e trattata con cautela.

Segnali di allarme: come riconoscere la truffa avvisi bonari

Dopo la truffa dichiarazione redditi precompilata, dunque, arriva anche la truffa comunicazioni di irregolarità. Ci sono diversi segnali che possono aiutare a individuare che trattasi di truffa avvisi bonari e a evitare di cadere nella rete dei truffatori. Uno dei primi elementi sospetti è l’indirizzo email del mittente. Se non proviene da un dominio ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, come ad esempio “@agenziaentrate.it”, è quasi certamente un tentativo di phishing. Spesso, l’indirizzo email contiene errori o variazioni che possono sfuggire a una rapida occhiata, ma un controllo più attento può rivelare l’inganno.

Inoltre, il linguaggio utilizzato nella comunicazione spesso risulta innaturale o poco professionale. Questo potrebbe includere frasi costruite in modo strano, errori grammaticali, o l’uso di toni troppo allarmistici. L’Agenzia delle Entrate utilizza un linguaggio formale e istituzionale nelle sue comunicazioni ufficiali, e non si affida a toni intimidatori o minacciosi.

Un altro segnale è la presenza di un logo dell’Agenzia che può apparire sfocato o mal posizionato. In molti casi, i truffatori utilizzano loghi copiati da internet che non rispettano i formati ufficiali, e questo può rappresentare un ulteriore indizio della falsità della comunicazione.

Infine, la richiesta di dati personali via email o il sollecito di effettuare un pagamento immediato sono segnali inequivocabili di una truffa. L’Agenzia delle Entrate non richiede mai dati sensibili tramite canali non protetti e non invia mai richieste di pagamento direttamente tramite email o SMS.

Come Proteggersi

Per proteggersi da questa truffa avvisi bonari, il primo passo è non aprire email sospette.

In particolare, non bisogna mai cliccare sui link contenuti nel messaggio o aprire gli allegati. Questi possono contenere malware, programmi dannosi che potrebbero infettare il dispositivo e permettere ai truffatori di rubare ulteriori informazioni.

Se si riceve una comunicazione che appare sospetta, il consiglio è quello di ignorarla e cestinarla immediatamente. Nel caso si abbiano dubbi sull’autenticità di una comunicazione, è sempre possibile contattare direttamente l’Agenzia delle Entrate attraverso i canali ufficiali o recarsi presso un ufficio competente per verificare l’eventuale veridicità della richiesta.

L’Agenzia delle Entrate ha predisposto una sezione dedicata sul proprio sito web chiamata “Focus sul phishing”. Qui è possibile trovare esempi di comunicazioni false già segnalate e un elenco aggiornato dei domini email estranei all’Agenzia. Questo strumento può essere di grande aiuto per i cittadini che desiderano verificare in modo autonomo se una comunicazione ricevuta sia legittima o meno.

Truffa avvisi bonari: cosa fare in caso di dubbi

Nel caso in cui si sospetti di essere stati vittime di phishing, è essenziale agire prontamente. Tramite la rivista online ufficiale dell’Agenzia Entrate si avvisano i contribuenti che il primo passo è contattare l’Agenzia stessa attraverso i canali ufficiali per segnalare l’accaduto. Inoltre, potrebbe essere utile avvertire anche la propria banca o le autorità competenti per limitare eventuali danni.

In generale, è importante ricordare che l’Agenzia non chiederà mai dati sensibili o pagamenti urgenti via email. In caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi direttamente all’Agenzia o consultare il proprio consulente fiscale prima di intraprendere qualsiasi azione.

Riassumendo

  • Nuova truffa avvisi bonari utilizza false email dell’Agenzia delle Entrate per phishing.
  • I truffatori inviano false notifiche di violazioni fiscali e richiedono risposte via email.
  • Le comunicazioni false includono lettere fraudolente e sollecitano pagamenti di inesistenti ammende.
  • Segnali sospetti: indirizzi email non ufficiali, linguaggio inusuale, loghi falsi, richieste di pagamento.
  • Non aprire email sospette, allegati o link, contattare l’Agenzia per verifiche.
  • L’Agenzia offre risorse online per identificare phishing e proteggersi da queste truffe.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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