Il decreto Adempimenti ha introdotto importanti modifiche per quanto riguarda l’invio di comunicazioni fiscali ai contribuenti italiani. La norma stabilisce che, dal 2024, nei mesi di agosto e dicembre non verranno inviati avvisi bonari, ossia le comunicazioni relative agli esiti dei controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni, nonché le lettere di compliance.
A tal proposito è giunto un quesito in redazione.
Salve, il giorno 3 agosto 2024 mi è stato notificato un avviso bonario in cui mi viene chiesto il pagamento in un maggior importo IRPEF per il 730/2021 (anno d’imposta 2020). Io sono a conoscenza che, da quest’anno, l’Agenzia Entrate nel mese di agosto non può inviare avvisi bonari. Posso fare ricorso contestando la violazione di questo divieto?
Sospensione estiva avvisi bonari e lettere compliance
Il decreto Adempimenti stabilisce una pausa avvisi bonari durante i mesi di agosto e dicembre.
- Esiti dei controlli automatizzati delle dichiarazioni: si tratta delle verifiche effettuate secondo gli articoli 36-bis del DPR n. 600 del 1973 e 54-bis del DPR n. 633 del 1972, che riguardano l’IRPEF e l’IVA, rispettivamente.
- Esiti dei controlli formali delle dichiarazioni: queste sono controllate dall’articolo 36-ter del DPR n. 600 del 1973, che riguarda la verifica di errori o omissioni nelle dichiarazioni presentate.
- Liquidazione delle imposte su redditi a tassazione separata: questo include l’invio di comunicazioni relative alla tassazione separata, come nel caso di redditi di capitale.
- Lettere di invito all’adempimento spontaneo: le lettere di compliance, che sollecitano il contribuente a regolarizzare spontaneamente la propria posizione fiscale, rientrano anch’esse tra le comunicazioni sospese.
Queste misure sono state accolte favorevolmente dai contribuenti, che beneficiano di un periodo di respiro dai controlli fiscali durante i mesi estivi e le festività natalizie.
Eccezioni alla sospensione
Nonostante la sospensione generale, il decreto prevede che l’Agenzia delle Entrate possa inviare avvisi bonari e lettere di compliance anche nei mesi di agosto e dicembre in casi particolari di “indifferibilità ed urgenza”.
- Pericolo per la riscossione: se la mancata notifica potrebbe compromettere il recupero delle somme dovute, l’Agenzia delle Entrate è autorizzata a inviare le comunicazioni necessarie. Questo è particolarmente rilevante quando il mancato invio potrebbe far scadere i termini di prescrizione o decadenza.
- Situazioni legali urgenti: l’invio di comunicazioni in cui è coinvolta una notizia di reato, ai sensi dell’articolo 331 del codice di procedura penale, rientra nelle eccezioni.
- Soggetti sottoposti a procedure concorsuali: le comunicazioni destinate a questi soggetti sono incluse per garantire che l’Agenzia delle Entrate possa inserirsi tempestivamente nel passivo del fallimento o altre procedure concorsuali.
Queste eccezioni evidenziano l’importanza di garantire che l’Agenzia delle Entrate possa proteggere il proprio diritto alla riscossione in situazioni che altrimenti potrebbero compromettere il recupero delle somme dovute.
Stop avvisi bonari: consigli al contribuente
Venendo al quesito del lettore, analizzando la situazione, è importante considerare che, pur essendoci un divieto generale per l’invio di avvisi bonari in agosto, questo non è assoluto. Se l’avviso è stato emesso per un caso di “indifferibilità ed urgenza”, la sua validità è giustificata dalla normativa.
Prima di intraprendere un ricorso, il contribuente dovrebbe, dunque, valutare attentamente se l’avviso ricevuto possa rientrare nei casi di eccezione previsti dalla normativa. E dimostrare che non sussistano le condizioni di “indifferibilità ed urgenza” può essere complesso e dispendioso. Ecco alcuni passi consigliati:
- Esaminare l’avviso ricevuto: controllare attentamente le motivazioni fornite per l’invio della comunicazione.
- Consultare un esperto fiscale: un professionista del settore può aiutare a determinare se l’avviso ricade nelle eccezioni previste dalla normativa.
- Valutare i costi del ricorso: presentare ricorso può comportare spese legali significative. È importante valutare se i benefici potenziali giustificano i costi.
- Considerare la compliance fiscale: potrebbe essere più vantaggioso regolarizzare la propria posizione fiscale piuttosto che contestare l’avviso.