“Lei non sa chi sono io!”: da oggi essere avvocati non sarà più un mero titolo di cui vantarsi anche se non si esercita. Il controllo sull’attività degli avvocati iscritti all’albo si fa più rigido dopo che anche il Consiglio di Stato, in seguito al parere positivo del CNF del 27 agosto scorso, ha approvato il regolamento e le condizioni di iscrizione all’albo professionale. Le regole rappresentano in sostanza delle prove dell’effettivo esercizio della professione: insomma non basterà più essere avvocati sulla carta, bisogna fare gli avvocati anche a livello pratico.
Avvocati: obbligatori partita IVA, PEC, telefono, studio e 5 casi l’anno
Come si dimostra di essere avvocati a tutti gli effetti? I controlli prenderanno come riferimento alcuni specifici parametri. In particolare l’avvocato deve necessariamente essere titolare di partita IVA: addio ai legali assunti come dipendenti di uno studio professionale. Inoltre l’avvocato ha a disposizione l’uso di locali predisposti a studio (anche in forma di studio associato), una linea telefonica adibita in via esclusiva alle chiamate di lavoro e una casella di posta certificata per le comunicazioni email professionali. Altri oneri riguardano l’aggiornamento professionale e la stipula di una polizza assicurativa che copra la responsabilità civile della consulenza. Per non subire la cancellazione dall’albo forense inoltre, l’avvocato dovrà dimostrare di essere in regola con i contributi annuali dovuti al consiglio dell’ordine e alla Cassa di Previdenza Forense e di aver trattato almeno cinque casi in un anno. Nella prossima pagina vedremo