Azienda cerca 70 nuovi dipendenti ma nessuno risponde: dove sta il problema?

Lo strano caso di un'azienda veneta che cerca 70 nuovi dipendenti ma non trova nessuno. Giovani sfiduciati o stipendi non in linea?
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7 anni fa
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In questo momento storico in cui trovare un lavoro sembra (quasi) un’utopia, c’è un’azienda di Campodarsego, la Antonio Carraro, che è alla ricerca di 70 nuovi dipendenti ma finora nessuno avrebbe risposto all’annuncio. L’azienda del padovano, che conta 380 dipendenti, è specializzata nella produzione di trattori compatti per agricoltura e nell’ambito di un investimento di dieci milioni per l’inserimento di nuovi robot alla catena di montaggio ha deciso di ampliare l’organico assumendo varie figure tra cui ingegneri meccanici progettisti, operatori addetti a lavorazioni meccaniche, carpenteria e controllo qualità del prodotto, periti meccanici disegnatori e periti elettrici ed elettromeccanici.

In pochi trovano lavoro ma nessuno ha risposto all’annuncio dell’azienda

L’azienda offrirebbe un contratto a tempo indeterminato di terzo livello riferito al contratto nazionale del settore metalmeccanico a 1.590 euro lordi mensili ma questo non è servito per trovare la manodopera. Le agenzie interinali e gli enti di formazione però non sono riusciti nell’intento e ora l’azienda si vede costretta ad organizzare un open day, dedicato soprattutto agli under 30, il prossimo 16 dicembre sperando che qualche giovane risponda all’annuncio. Per l’azienda si tratterebbe di un primo contatto e come spiegato “per chi fosse interessato è consigliabile portare con sé un curriculum ben impaginato”. Il commento di Liliana Carraro, addetta alle relazioni esterne dell’azienda, non si è fatto attendere: “E’ incredibile che non si riesca a trovare nessuno. Siamo un’azienda sana, capitalizzata, sicura, con mensa e servizi per i lavoratori. Come è possibile che non ci siano persone interessate a far parte del nostro gruppo? Forse i giovani di oggi vogliono fare tutti il medico o l’avvocato, ma non credo che riusciranno a trovare pane per i loro denti nell’Italia in cui viviamo”.

Da un lato, dunque, il pensiero è che in un’Italia sempre pronta a lamentarsi per le poche prospettive lavorative, i giovani sembrano non voler riuscire ad uscire dalla sfiducia totale, snobbando comunque una proposta lavorativa certa, con uno stipendio fisso, benché non da nababbi, e un contratto sicuro, dall’altro viene da pensare che un’azienda che, come in questo caso, si lamenta di non trovare nessuno forse dovrebbe migliorare le condizioni proposte.

Sul sito dell’azienda, a tal proposito, si possono leggere tutte le caratteristiche e i requisiti richiesti e in tutti gli annunci si legge che è richiesta “anche una minima esperienza nel medesimo settore”. Cos’è allora che ha frenato i giovani a non rispondere all’annuncio? Una sfiducia totale verso il mondo del lavoro o i requisiti che, forse, potrebbero cozzare con quanto offerto ossia 1590 euro lordi, che equivalgono a 1.000 euro netti più o meno?

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