Il fallimento di un’azienda può avere ripercussioni significative non solo sul tessuto economico locale, ma anche su settori strategici a livello globale. Un esempio recente è quello dell’azienda svedese Northvolt, che si trova sull’orlo della bancarotta, mettendo in crisi l’intero settore delle batterie per auto elettriche in Europa. Questa situazione, oltre a evidenziare le sfide interne dell’azienda, riflette il più ampio problema della dipendenza industriale dell’Unione Europea dalla Cina, proprio nel momento in cui il continente stava cercando di puntare sull’autosufficienza in campo energetico e tecnologico.
La crisi di Northvolt: una startup promettente in difficoltà
Northvolt è stata a lungo considerata uno dei pilastri dell’industria europea delle batterie per veicoli elettrici, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina. Fondata dall’italiano Paolo Cerruti, ex ingegnere di Tesla, l’azienda ha attratto ingenti finanziamenti da parte di giganti come BMW, Volkswagen e la Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Soltanto nel gennaio 2024, Northvolt aveva ottenuto un prestito verde di 5 miliardi di euro per espandere la sua Gigafactory a Skellefteå, in Svezia.
Tuttavia, l’azienda ha iniziato a mostrare segni di cedimento nel corso dell’anno. Tra i problemi principali ci sono state le difficoltà produttive dell’impianto di Skellefteå, che non è riuscito ad aumentare la produzione come previsto. A complicare la situazione, vi sono stati anche episodi tragici, con la morte sospetta di tre dipendenti, ancora sotto indagine. La crisi è stata ulteriormente aggravata dalla perdita di ordini importanti, come quello da 2 miliardi di BMW, e dalla generale diminuzione della domanda di auto elettriche in Europa, colpita dalla crisi economica.
Azienda fallisce, ricerca fondi difficile, al via i tagli
Di fronte alla crescente crisi, Northvolt ha dovuto ridimensionare i propri progetti. Nei mesi scorsi, l’azienda ha annunciato il licenziamento di 1.600 dipendenti, pari al 20% della sua forza lavoro.
Il possibile fallimento di Northvolt rappresenta un duro colpo per l’Unione Europea, che aveva puntato su questa azienda come parte integrante della sua strategia per la transizione ecologica. L’azienda era vista come un simbolo dell’indipendenza industriale europea nel settore delle batterie per auto elettriche, un settore cruciale per ridurre le emissioni e competere con i produttori asiatici. La crisi di Northvolt arriva in un momento delicato, con la Cina che continua a dominare il mercato globale delle batterie e con le tensioni commerciali tra Europa e Cina che si intensificano. I recenti dazi incrociati tra le due potenze non hanno fatto altro che complicare ulteriormente il contesto, rendendo ancora più difficile per l’Europa trovare una soluzione vantaggiosa.
I punti salienti…
- Northvolt, leader nella produzione di batterie per auto elettriche, è vicina al fallimento a causa di difficoltà produttive, ordini persi e calo della domanda.
- L’azienda ha licenziato il 20% del personale e ridotto le sue attività, cercando nuovi finanziamenti per evitare la bancarotta.
- Il possibile fallimento di Northvolt potrebbe rallentare la transizione ecologica dell’UE, accrescendo la dipendenza dalle batterie cinesi.