Azienda familiare e coniugale, quali sono le differenze?

Spesso si tende a fare confusione tra azienda familiare e azienda coniugale. Si tratta, invece, di imprese da tener distinte
1 anno fa
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Azienda familiare e coniugale: conosciamo le differenze?

La famiglia, laddove è solida, diventa il punto di riferimento per ognuno. Il porto sicuro. La famiglia può diventare anche azienda. Un’azienda che può essere formata da genitori e in cui collaborano anche i figli. Oppure un’azienda in cui lavorano solo i due coniugi.

Nel primo caso si configura l’azienda familiare (disciplinata dall’art. 230 bis del codice civile). Nel secondo caso, invece, si parla di azienda coniugale (disciplinata dall’art. 177 del codice civile).

Imprese a confronto

L’azienda familiare è quella in cui partecipano i familiari entro il 3° grado e affini fino al 2° grado.

Nell’impresa familiare il coniuge e i parenti sono considerati collaboratori del titolare. Quindi, sono subordinati al titolare il quale gestisce l’azienda.

Il familiare che lavora nell’impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell’impresa familiare e ai beni acquistati con essi. Nonché agli incrementi dell’azienda, anche in ordine all’avviamento, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato.

L’azienda coniugale, invece, è quella formata esclusivamente dai due coniugi. In questo caso loro amministrano l’impresa in misura paritaria. I benefici economici spettano a ciascun coniuge in ugual diritto e non in base alla quantità e qualità del lavoro prestato. Entrambi i coniugi hanno pieno potere di amministrazione dell’azienda.

Azienda familiare e coniugale, le differenze fiscali

L’azienda familiare e coniugale presentano differenze anche dal punto di vista fiscale. In quella familiare, al titolare spetta il 51% degli utili mentre ai familiari non può essere attribuito più del 49% del reddito.

Quindi, se l’azienda familiare è del padre ed in essa ci collaborano anche la moglie e i figli, del reddito dell’attività non può andare più del 49% a moglie e figli.

Nell’azienda coniugale, invece, il reddito dell’attività è attribuito in ugual misura ai coniugi.

Quindi, 50% ciascuno.

Per entrambe, l’Agenzia Entrate ha chiarito che si può applicare la nuova flat tax incrementale del 15% (Circolare n. 18/E del 2023)

Altra importante differenza è nella costituzione. L’impresa familiare si costituisce mediante atto pubblico o scrittura autenticata da un notaio. Per formare l’impresa coniugale, invece, è sufficiente l’apertura della partita IVA e l’iscrizione al registro imprese.

Riassumendo…

  • l’azienda familiare è formata dal titolare e vi collaborano i familiari entro il 3° grado e affini fino al 2° grado (è disciplinata dall’art. 230 bis codice civile)
  • l’impresa coniugale è quella formata esclusivamente dai coniugi (è disciplinata dall’art. 177 codice civile)
  • nell’impresa familiare il reddito dell’attività è attribuito secondo percentuali specifiche (ai familiari non può andare più del 49%)
  • nell’azienda coniugale il reddito è attribuito al 50% ciascuno ai coniugi
  • nell’azienda familiare i collaboratori (familiari) sono in subordinazione rispetto al titolare
  • nell’impresa coniugale i coniugi hanno pari diritti di amministrazione e nessuno è subordinato all’altro.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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