Facciamo un esempio: Tizio acquista 1.000 azioni della società Alfa e le detiene per almeno 24 mesi. Poiché lo statuto gli consente di avvalersi del voto doppio in assemblea, come premio “fedeltà” per avere dimostrato interesse a una partecipazione di medio-lungo termine, in assemblea i suoi voti conteranno per 2.000 (1.000 x 2).
Il suo peso, quindi, potrebbe aumentare, se almeno parte dei soci non può vantare lo stesso diritto, continuano ad avere un voto per azione. Anche in quest’ultimo caso valgono le perplessità relative al voto plurimo. Per contro va detto che tale possibilità consente alle imprese di premiare l’azionariato stabile, quello più interessato alla gestione e meno alla speculazione. Il rischio è sempre lo stesso, ovvero che pochi soci controllino le decisioni in assemblea, di fatto rendendo la società ingessata e non contendibile.