Dovrebbe essere oggi la giornata da incorniciare per la storia di Atlantia, il fondo controllato dalla famiglia Benetton con il 33,1% delle azioni. Proprio i fratelli di Ponzano Veneto annunceranno nelle prossime ore un’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) insieme agli azionisti storici di Fondazione Crt e Gic; quest’ultimo è il fondo sovrano di Singapore. Probabile, poi, che della partita faccia parte anche il fondo americano Blackstone, il quale gestisce asset per 881 miliardi di dollari.
Azioni Atlantia fuori dalla borsa italiana
L’obiettivo dell’OPA è il delisting, cioè il ritiro delle azioni Atlantia da Piazza Affari.
Tra l’altro, quasi certamente il governo italiano eserciterebbe il “golden power” nel momento in cui un operatore straniero tentasse di controllare un asset strategico nazionale. Infatti, Atlantia detiene il controllo anche di Aeroporti di Roma e Telepass. Nel corso del 2021, la holding cedette il 49% di Telepass per oltre 1 miliardo di euro. Tornando alle azioni Atlantia, il loro appeal speculativo è lievitato negli ultimi mesi. Il prossimo 5 maggio, Cassa depositi e prestiti rileverà la quota del fondo in Autostrade per l’Italia (Aspi) pagandola 8,2 miliardi. Dunque, la società guidata da Carlo Bertazzo si ritroverà con un’immensa liquidità in cassa.
Azioni Atlantia appetibili con i soldi dello stato
Tutti vogliono mettervi le mani sopra, insomma. Peraltro, in borsa Atlantia capitalizza meno di 18 miliardi, quando ne varrebbe 65, debiti compresi.
A 25 euro, le azioni Atlantia capitalizzerebbero complessivamente più di 20,5 miliardi. Il delisting sarà un duro colpo per Piazza Affari, che perderà così una delle sue principali società quotate, la decima per capitalizzazione. A conti fatti, l’OPA costerebbe agli offerenti poco più di 11 miliardi di euro. Resta da vedere, invece, la modalità dell’eventuale partecipazione di Blackstone all’operazione, probabilmente attraverso un aumento di capitale riservato e successivamente alla conclusione dell’offerta e al delisting.