Momento delicato per il calcio europeo, travolto dalla pandemia e con prospettive tutt’altro che certe per l’inizio della prossima stagione. E se c’è un titolo che in borsa sta soffrendo particolarmente negli ultimi tempi, queste sono le azioni Juventus. A 73 centesimi, risultano più che dimezzate rispetto al picco massimo toccato nell’aprile 2019, quando arrivarono ad acquistarsi per 1,54 euro. Il tonfo iniziò subito dopo. La pandemia non era ancora neppure negli incubi dei catastrofisti. L’origine dell’inversione di tendenza a Piazza Affari fu la sconfitta casalinga contro l’Ajax ai quarti di finale in Champions League.
L’anno prima, il club di Andrea Agnelli ingaggiava a sorpresa l’attaccante portoghese Cristiano Ronaldo. E l’obiettivo consisteva proprio nel portare a casa finalmente una terza Champions. Il presidente non avrebbe potuto immaginare che le prestazioni della Juventus sarebbero peggiorate in Europa e meno che mai che per gran parte del tempo, il pubblico non avrebbe potuto recarsi all’Allianz Stadium per seguire il loro nuovo beniamino. Insomma, l’operazione CR7 è stata un investimento in forte perdita. I numeri parlano chiaro.
I numeri che deprimono le azioni Juventus
Il monte-ingaggi lordo dei bianconeri è di ben 236 milioni di euro, a fronte di un fatturato complessivo nella stagione 2019/2020 di 573,4 milioni. Di questo, però, le plusvalenze ammontano a 172 milioni, tolte le quali gli stipendi dei calciatori incidono per il 59% dei ricavi. Nel frattempo, i debiti finanziari sono saliti a 358 milioni, a cui bisogna aggiungere i circa 90 milioni dovuti alle altre società per prestiti e acquisti. Si arriva a quasi 450 milioni, in attesa di conoscere quale sia stato il saldo del semestre che sta per concludersi. Nel primo semestre, le perdite sono esplose a 113,7 milioni.
Il solo ingaggio di Cristiano Ronaldo pesa a bilancio per 58 milioni. Troppi per una società in affanno e che ha dovuto finanziarne l’acquisto con l’emissione di un bond da 175 milioni e in scadenza nel 2024.
Potrà restare CR7 in rosa o sarà ceduto con il calciomercato estivo per fare un minimo di cassa? A meno di 30 milioni, tuttavia, la società registrerebbe una minusvalenza a bilancio. Dell’aumento si occuperebbero Unicredit, Mediobanca e Banca IMI. A sganciare la quota maggiore sarebbe Exor, la holding di casa Agnelli, detentrice del 63,8% del capitale bianconero. A seguire tra gli azionisti troviamo il fondo inglese Lindsell Train con l’11,3%. Il flottante libero si aggira intorno al 25%. Dunque, al mercato vero e proprio verranno richiesti tra 90 e 100 milioni. Non sono tanti, ma serve una prospettiva chiara su dove la società voglia andare. E sperando che per allora non si metta di mezzo la variante Delta o una qualche recrudescenza del Covid, allontanando il ritorno dei tifosi agli stadi e la normalizzazione dei bilanci del calcio.