Azionisti fanno causa a Seat Pagine Gialle: cedole sospese

Attesa per oggi la decisione del Giudice per esaminare le richiesta di sequestro dell’azienda presentata da alcuni soci. La società prende tempo per pagare gli interessi sui bond. Titoli a picco
12 anni fa
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Torna l’ombra del default su Seat Pagine Gialle. Con un comunicato lampo diffuso a borsa chiusa, la società torinese delle directories ha annunciato che non darà corso al pagamento degli interessi semestrali previsto per il 31 gennaio sulle obbligazioni Seat senior secured scadenza 2017 (Seat Pagine Gialle blocca il pagamento della rata sui bond). 

Si tratta di 42,2 milioni di euro, per la verità già stanziati e disponibili in cassa – come dichiarato dalla stessa società – ma il nuovo Cda ha deciso di prendere tempo ritenendo  di “dover verificare,  alla luce dell’attuale contesto economico e di mercato, la compatibilità prospettica dell’indebitamento complessivo della società con la sua struttura patrimoniale”.

Tradotto, la raccolta pubblicitaria continua a calare e non si sa se l’azienda, così com’è strutturata, riuscirà a onorare i suoi impegni futuri. Il Cda, presieduto da  Guido de Vivo, si è quindi dato appuntamento il prossimo 6 Febbraio per aggiornare azionisti e obbligazionisti sulla situazione del gruppo, data che coincide con la scadenza di un debito bancario per 6,3 milioni di euro, avvalendosi altresì del periodo di grazia di 30 giorni (come previsto da regolamento) per ottemperare al pagamento degli interessi maturati sui bond.

 

Seat PG: 30 giorni per pagare le cedole o sarà (di nuovo) default

 

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Azioni Seat Pagine Gialle in borsa

Tutte cose che già si sapevano – commentano alcuni analisti – e che non  giustificano il reale motivo di una decisione così improvvisa alla luce dell’importante ristrutturazione del debito di Seat Pagine Gialle avvenuta lo scorso anno per 1,3 miliardi di euro (Lighthouse International) per evitare che il gruppo finisse in amministrazione straordinaria. Ristrutturazione che ha richiesto un anno di tempo e il sacrificio non indifferente di azionisti e obbligazionisti costretti oltretutto ad attraversare un periodo di default tecnico con sospensione del pagamento di ben due cedole consecutive sui bond (poi pagate).

Questa volta, però, il motivo della sospensione degli interessi sembra essere un altro: il ricorso presentato da alcuni azionisti di minoranza danneggiati dalle passate operazioni di leveraged buyout e fusione per il sequestro dell’intera società. Ricorso che viene discusso proprio oggi, 29 Gennaio 2013, davanti al Tribunale Civile di Roma, due giorni prima dello stacco delle cedole sui bond Seat Pagine Gialle 10.50% 2017. In questi casi, quando c’è di mezzo la magistratura – spiega un avvocato – “l’emittente deve agire in maniera tale da preservare gli interessi dei soci, anche attraverso la sospensione del pagamento degli interessi sui bond. Pertanto Seat ha adottato, almeno formalmente, tutte le misure ad hoc alla vigilia della decisione anche per non dare l’impressione al Giudice di ignorare gli interessi degli azionisti”. In ballo ci sono infatti oltre 42 milioni di euro, non pochi per una società che chiuderà il 2012 con un Ebitda ci circa 340 milioni, secondo le stime della società.

 

Ristrutturazione debito Seat Pagine Gialle atto secondo o un aumento di capitale? 

 

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Giulio de Vivo

Ma al di là dei tecnicismi giuridici, c’è da dire che i rapporti fra il nuovo Cda e le banche creditrici, in particolare RBS, si sono rivelati subito tesi da quando sono subentrati i nuovi soci a seguito della ristrutturazione del debito subordinato. Tutto ruota intorno al fatto che Seat ha bisogno di nuove risorse finanziarie per affrontare il periodo congiunturale più lungo del previsto e per rispettare il piano industriale triennale approvato l’anno scorso dall’Assemblea. RBS non concede più un centesimo e vedrebbe bene un aumento di capitale da circa 200 milioni di euro, mentre i nuovi soci, soprattutto fondi d’investimento, non intendono aprire il portafogli preferendo l’ingresso di un partner forte sulla scena.

Ma chi comprerebbe oggi una società che fatica a fare utili e vede i ricavi in continua discesa in un momento come questo? Di fronte a un’impasse simile – spiega Paolo Rizzoli, analista di Citigroup – la strategia del management potrebbe essere quella di rinegoziare ulteriormente il debito da oltre 1,3 miliardi di euro per recuperare i soldi necessari a fare investimenti in attesa che venga completato il passaggio del business al digitale, cosa che coinvolgerebbe inevitabilmente RBS che ha oltre 800 milioni in scadenza al 2016 garantiti di pari passu al debito senior degli obbligazionisti. In questo caso anche gli obbligazionisti subirebbero una ristrutturazione che il mercato già scontava nelle quotazioni di gennaio (intorno a 60). Ciò aprirebbe la strada anche a una possibile offerta da parte di un socio forte, dato che l’azienda è contendibile e in borsa capitalizza circa 80 milioni di euro ai corsi attuali, ampiamente a sconto rispetto al fair value e ai competiros.

 

Telegate in vendita?

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La seconda via, invece, quella più veloce– spiega Rizzoli – potrebbe essere quella delle vendita di Telegate, la controllata tedesca di Seat PG. Da Torino filtrano indiscrezioni che parlano di un’accelerazione della trattativa per la cessione da parte di Seat entro il 2013, come anche ipotizzato dagli analisti di Standard & Poor’s l’anno scorso durante il processo di ristrutturazione del debito. Certo, la società non sta attraversando un buon momento dal punto di vista dell’immagine e della credibilità verso gli investitori, ma per quanto attiene ai conti, bisogna dire che sono stati messi in sicurezza con l’azzeramento del debito subordinato al punto che l’agenzia di rating in autunno ha attribuito il livello “B” al merito creditizio di Seat PG. Al 31 dicembre 2012 – come si apprende dall’informativa mensile ai sensi del regolamento Consob – l’indebitamento netto ammontava a 1,328 miliardi, quattro volte l’ebitda stimato, mentre le disponibilità liquide erano di circa 200 milioni di euro. Valori che non fanno propendere per un default.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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