Badanti e colf, ecco cos’è la Cassa Colf e che vantaggi offre per lavoratori e datori di lavoro

Quali sono le prestazioni e le agevolazioni della Cassa Colf per lavoratori settore domestico e datori di lavoro che si iscrivono.
1 anno fa
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badanti e colf
Foto © Pixabay

Un versamento di pochi centesimi, diviso tra datore di lavoro e lavoratore, ed ecco che l’iscrizione a Cassa Colf è fatta. Ed è una cosa molto importante nel lavoro domestico. Perché sono davvero tante le agevolazioni che riguardano tanto i datori di lavoro che i lavoratori in questo particolare settore lavorativo. Ma di cosa si tratta per davvero, cos’è la Cassa Colf e che genere di agevolazioni offre? La domanda è comune a tanti datori di lavoro e a molte badanti, colf, baby sitter.

E per qualsiasi altro lavoratore o lavoratrice del settore.

“Buonasera, mi chiamo Silvia e faccio la badante. Oggi assisto una signora anziana con diverse patologie invalidanti. Volevo capire cos’è la Cassa Colf. Una mia amica che fa lo stesso mio lavoro, dice di essere iscritta. E dice che è stato il suo datore di lavoro a provvedere. E sembra che ci siano bonus, agevolazioni e prestazioni per noi lavoratori del settore domestico. Prima di parlare con il figlio della mia assistita e vedere se può iscrivere anche me alla Cassa Colf, volevo capire di cosa si tratta e che genere di agevolazioni offre.

Badanti e colf, ecco cos’è la Cassa Colf e che vantaggi offre per lavoratori e datori di lavoro

Il lavoro domestico oggi è riconosciuto a tutti gli effetti come una normale professione. Addirittura da diversi anni il settore lavoratori domestici è munito di un proprio CCNL di categoria e scadenze contributi da rispettare. Significa che anche in questo settore ci sono regole e normative, dallo stipendio minimo ai riposi, dalle ferie al TFR. Diritti e doveri di lavoratori e datori di lavoro sono scritti e messi nero su bianco nel documento collettivo che viene fuori dalla piattaforma tra associazioni dei datori di lavoro e lavoratori.

L’unica particolarità è che il datore di lavoro non funge da sostituto di imposta.

Infatti per le tasse il datore di lavoro del settore domestico non si sostituisce al lavoratore nelle operazioni di trattenute e conguagli. Ma per la Cassa Colf il datore di lavoro partecipa alla spesa perché effettua versamenti ogni tre mesi insieme ai contributi previdenziali.

Quanto costa iscriversi a Cassa Colf?

Per i rapporti di lavoro basati sul CCNL di categoria, l’iscrizione alla Cassa Colf è obbligatoria. I versamenti sono pari a 0,03 euro per ogni ora di lavoro del dipendente, di cui 0,02 euro a carico del datore di lavoro e 0,01 a carico del dipendente. Ma cos’è effettivamente Cassa Colf? Per rispondere a questa domanda, nulla di meglio che riportare la definizione che dà il Patronato ACLI. Sul portale ufficiale dell’associazione infatti si legge che la Cassa Colf è una cassa socio-sanitaria che fornisce prestazioni assistenziali integrative e servizi a favore dei lavoratori domestici e dei loro datori di lavoro.

Per esempio, dal lato dei datori di lavoro c’è un bonus da 300 euro all’anno per la sostituzione di una lavoratrice in gravidanza. Oppure c’è un bonus da 300 euro al mese e fino a massimo 3.600 euro annui per i datori di lavoro non autosufficienti come concorso alla spesa che questi soggetti devono sopportare per dotarsi di una lavoratrice domestica o una badante.

Ecco alcune prestazioni a vantaggio di badanti, colf e di altri lavoratori del settore domestico

Per quanto riguarda i lavoratori, siano essi badanti o colf, oppure giardinieri, maggiordomi, cuochi o baby sitter, le agevolazioni e le prestazioni sono diverse. In genere si tratta di prestazioni che si affiancano, integrandole, a quelle offerte dalla previdenza e dall’assicurazione obbligatoria. Parliamo per esempio, di rimborsi per i ticket sanitari per visite e analisi. Oppure parliamo di indennità per ricoveri ospedalieri, indennità per degenza post-ricovero, rimborsi per gli acquisti di dispositivi medici, protesi o per trattamenti di fisioterapia.

Iscrizione alla Cassa Colf, ecco alcune cose da sapere

Va ricordato che oltre allo status di datore di lavoro non autosufficiente, l’iscrizione alla Cassa Colf è possibile solo se i versamenti al Fondo sono stati effettivamente regolari e senza arretrati. Per esempio, anche il già citato bonus da 3.600 euro annui per sostegno alle spese di datori di lavoro non autosufficienti, è ammesso a condizione che ci sia regolarità nei versamenti. E l’iscrizione alla Cassa Colf per godere di questa agevolazione deve essere vecchia di almeno 12 mesi.

Importante la continuità dei versamenti. Infatti se è vero che l’iscrizione alla Cassa Colf parte dal trimestre oggetto del primo versamento da parte del datore di lavoro (sia la parte a suo carico che quella a carico del dipendente), è altrettanto vero che per continuare a essere iscritti occorre essere in regola con i pagamenti periodici.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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