L’espressione “povertà assoluta” non dovrebbe avere cittadinanza in una delle maggiori economie del pianeta, eppure esiste e stando all’Istat, il fenomeno è oggi 3 volte più grande tra i bambini, rispetto al 2008, anno in cui esplose la terribile crisi, che da finanziaria si trasmise rapidamente all’economia reale. Sono 1 milione e 45 mila i bambini indigenti, quando erano ancora 375 mila 7 anni fa, il doppio rispetto ai 523 mila del 2011. Sono le dure cifre fornite dall’Istat, che dimostrerebbero come la povertà tra i minori sia fortemente correlata al grado di istruzione dei genitori.
Bambini poveri, ecco i più a rischio
Stupisce stavolta che non si registrerebbe una differenza sostanziale tra Nord e Sud, ovvero i bambini poveri nel nostro paese sarebbero distribuiti piuttosto omogeneamente sul territorio nazionale, altro sintomo di come la crisi abbia colpito un po’ tutte le regioni. Andando ad analizzare le fasce di età più colpite, scopriamo che da un punto di vista percentuale è maggiormente a rischio quella tra i 14 e i 17 anni con l’11,2%, pari a 291 mila persone, ma in valore assoluto, la più esposta è quella tra i 7 e i 13 anni, che mostra un’incidenza del 10,3%, corrispondente a un esercito di 407 mila minori indigenti. Nella fascia da 0 a 3 anni, la povertà assoluta riguarda il 9,6% dei casi, pari a 193 mila bambini, scendendo all’8,1% tra i bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni, pari a 155 mila unità. E ancora: i maggiori tassi di povertà si registrano tra le famiglie numerose, quelle con almeno 3 figli.