Da costa a costa la Libia dista dalla Sicilia, estrema frontiera meridionale dell’Italia nel Mediterraneo, meno di quanto sia distanza la Capitale dall’isola. E ancora una volta da quel pezzo d’Africa martoriato da guerre tribali e giochi geopolitici arriva una cattiva notizia: Tripoli è nel caos. Un problema anche per il nostro Paese, dato che il rischio di sbarchi nei prossimi mesi può intensificarsi, indipendentemente dalle condizioni meteo.
Guerra tra bande in Libia
Proprio ieri a Roma si è tenuto il “Lybia Energy and Economic Summit” nel disinteresse generale.
Per farvela breve, oggi la Libia è suddivisa in due parti: il nord-ovest, dove si trovano le città di Tripoli e Misurata, è controllato dal premier Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh e dalla sua famiglia. Il resto del territorio, cioè la stragrande parte, è in mano al generale Khalifa Haftar e del figlio. Le Nazioni Unite riconoscono il governo di Dbeibeh, sostenuto militarmente dalla Turchia. Invece, la Russia sostiene Haftar in funzione anti-occidentale.
Nuovo governatore centrale non riconosciuto all’estero
Inutile dire che nessuna delle due parti stia amministrando i rispettivi territori nell’interesse della popolazione. Fin qui, nulla di sorprendente. Ma a settembre è accaduto qualcosa di nuovo. Dbeibeh ha esautorato il governatore della banca centrale in carica sin dal 2011, Saddik al-Kabir, adducendo che egli avrebbe operato a sostegno delle milizie di Haftar. Lo ha rimpiazzato con un governatore fiduciario ad interim di nome Abdel Fattah Ghaffar.
Tuttavia, all’estero la nomina di Ghaffar non è stata presa bene. Va bene che siamo in Libia, ma il premier non avrebbe rispettato le ordinarie procedure, ragione per cui la firma del nuovo governatore non è riconosciuta oltre confine. Gli Stati Uniti hanno minacciato sanzioni contro Tripoli simili a quelle comminate alla Russia di Vladimir Putin: blocco delle esportazioni di petrolio ed espulsione dallo Swift. Per chi non lo sapesse, quest’ultimo è il più potente e diffuso sistema di regolazione delle transazioni internazionali. Esserne fuori equivale in buona sostanza a non poter più effettuare e ricevere pagamenti in dollari.
Riserve bloccate, rischio sbarchi cresce
Badate bene, ufficialmente la Libia non è stata ancora sanzionata, ma gli stati dell’Occidente si comportano come se lo fosse. E’ fuori dallo Swift e le esportazioni di greggio sono già in forte calo. Tra l’altro, i tre quarti delle riserve sono “fisicamente” depositati all’estero, cioè presso i forzieri della Federal Reserve, Citibank e le stanze di compensazione europee Clearstream ed Euroclear. E indovinate un po’: sono state bloccate! Di fatto, la Libia è ormai senza liquidità e senza poter fare affidamento sull’unica risorsa preziosa per l’economia nazionale. Le esportazioni petrolifere valevano lo scorso anno intorno al 40% del Pil. Erano attese in crescita a 25 miliardi di dollari per quest’anno, ma prima che scoppiasse il caso banca centrale.
C’è il rischio che il dinaro acceleri il collasso sul mercato nero. Il suo tasso di cambio ufficiale è ancora di 4,75 contro il dollaro, ma di fatto gli scambi per strada si aggiravano ieri a 7,86. Perso l’accesso ai dollari, c’è da scommettere che il dinaro si deprezzerà e ciò innescherà una spirale inflattiva pericolosissima per la popolazione.
Dalla Libia possibili contraccolpi anche economici
Per quanto grave, il caso non è di quelli che non possano risolversi con la mediazione di una potenza straniera potente. Gli Stati Uniti sono assorti dalle elezioni presidenziali di novembre, mentre l’Unione Europea di geopolitica non ha mai capito un fico secco e si comporta come se vivesse all’infuori del pianeta Terra. Tra l’altro il contraccolpo dalla Libia può essere anche economico per noi. Da qui arrivano 1 milione di barili al giorno, che equivalgono a circa l’1% dell’offerta globale. Sembra una cifra irrisoria, ma tra tensioni in Medio Oriente e con la Russia e l’auto-restrizione delle estrazioni Opec, può contribuire ad infiammare nuovamente il mercato quando l’inflazione sembra quasi domata. Altro che pilota automatico per il taglio dei tassi!