Banca Etruria: caso Boschi non è giudiziario, ma una delle tante vergogne della politica nostrana

Maria Elena Boschi sotto accusa sul crac di Banca Etruria, ma il caso non è giudiziario. Semmai è la politica cialtrona di questi anni a dover essere alla berlina, segno di decadenza.
8 anni fa
4 minuti di lettura

Ipocrisia attorno al caso Boschi

Partiamo da un punto fermo: ammesso che la Boschi abbia chiamato direttamente al telefono Ghizzoni per invitarlo a salvare Banca Etruria, non avrebbe commesso alcun reato. Da questo punto di vista, quando il faccendiere Luigi Bisignani definisce “ipocrita” il contenuto del libro di De Bortoli, avrebbe persino ragione. In Italia, la politica è solita interessarsi di affari privati, specie quando questi abbiano una certa rilevanza sul piano macro-economico. Un’ingerenza indebita, per la quale ad essere “punita” dovrebbe essere eventualmente non solo la Boschi, ma centinaia di esponenti di ogni governo e partito politico.

In un paese, dove la metà del pil è gestita dallo stato, sarebbe ridicolo pensare che tra pubblico e privato non ci siano ingerenze reciproche.

Possiamo allora derubricare il caso Banca Etruria-Boschi come una tempesta in un bicchier d’acqua? Niente affatto. Il caso è spinoso e grave, ma per ragioni che nulla hanno a che vedere con un filone giudiziario. Stando alle poche informazioni rinvenute grazie al giornalista, infatti, non vi sarebbero profili possibili di reato a carico dell’attuale sottosegretario. La querela minacciata da questi paradossalmente potrebbe spostare sul piano giudiziario una faccenda che è e forse dovrebbe rimanere politica.

Il pasticcio di Banca Etruria

La Boschi, se avesse sollecitato il salvataggio di Banca Etruria, non si sarebbe macchiata di alcun reato, ma l’azione di presterebbe a più di un sospetto. Come mai un ministro delle Riforme, ovvero titolata ad occuparsi di come rinnovare la Costituzione e quale legge elettorale presentare in Parlamento, si sarebbe occupata una tantum di una banca, di cui due dei dirigenti erano il padre e il fratello? E come mai, dinnanzi ai senatori, quando fu presentata una mozione di sfiducia nei suoi confronti, ha negato di essersi mai interessata al caso?

Se fosse scoperto, magari per effetto di una dichiarazione di Ghizzoni, che la Boschi avrebbe gestito l’affaire Banca Etruria già più di due anni fa, emergerebbero vari profili di responsabilità politica, che pur non implicando forse alcuno strascico giudiziario, getterebbero lunghe ombre sui 32 mesi del governo Renzi, che sulle banche ha pasticciato parecchio, lasciando alcune gravi crisi irrisolte in eredità al successore.

(Leggi anche: Crisi banche italiane, voragine prestiti dubbi fino a 120 miliardi)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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