Ipocrisia attorno al caso Boschi
Partiamo da un punto fermo: ammesso che la Boschi abbia chiamato direttamente al telefono Ghizzoni per invitarlo a salvare Banca Etruria, non avrebbe commesso alcun reato. Da questo punto di vista, quando il faccendiere Luigi Bisignani definisce “ipocrita” il contenuto del libro di De Bortoli, avrebbe persino ragione. In Italia, la politica è solita interessarsi di affari privati, specie quando questi abbiano una certa rilevanza sul piano macro-economico. Un’ingerenza indebita, per la quale ad essere “punita” dovrebbe essere eventualmente non solo la Boschi, ma centinaia di esponenti di ogni governo e partito politico.
Possiamo allora derubricare il caso Banca Etruria-Boschi come una tempesta in un bicchier d’acqua? Niente affatto. Il caso è spinoso e grave, ma per ragioni che nulla hanno a che vedere con un filone giudiziario. Stando alle poche informazioni rinvenute grazie al giornalista, infatti, non vi sarebbero profili possibili di reato a carico dell’attuale sottosegretario. La querela minacciata da questi paradossalmente potrebbe spostare sul piano giudiziario una faccenda che è e forse dovrebbe rimanere politica.
Il pasticcio di Banca Etruria
La Boschi, se avesse sollecitato il salvataggio di Banca Etruria, non si sarebbe macchiata di alcun reato, ma l’azione di presterebbe a più di un sospetto. Come mai un ministro delle Riforme, ovvero titolata ad occuparsi di come rinnovare la Costituzione e quale legge elettorale presentare in Parlamento, si sarebbe occupata una tantum di una banca, di cui due dei dirigenti erano il padre e il fratello? E come mai, dinnanzi ai senatori, quando fu presentata una mozione di sfiducia nei suoi confronti, ha negato di essersi mai interessata al caso?
Se fosse scoperto, magari per effetto di una dichiarazione di Ghizzoni, che la Boschi avrebbe gestito l’affaire Banca Etruria già più di due anni fa, emergerebbero vari profili di responsabilità politica, che pur non implicando forse alcuno strascico giudiziario, getterebbero lunghe ombre sui 32 mesi del governo Renzi, che sulle banche ha pasticciato parecchio, lasciando alcune gravi crisi irrisolte in eredità al successore.