Bancarotta Italia: così gli stranieri comprano i maggiori brand italiani

Francia e Germania riescono a difendere le aziende di casa loro: l’Italia no. Ecco i veri motivi e i casi più clamorosi di svendita dell’Italia.
8 anni fa
2 minuti di lettura

È proprio il caso di dire ‘bancarotta Italia’. La geopolitica e, se ci si permette il neologismo, la geoeconomia si fonda su due principi, i quali vanno mescolati sapientemente: da un lato, il mantra del libero mercato, dall’altro un certo dirigismo politico – per non chiamarlo neoprotezionismo (e Trump ne sa qualcosa, ma anche quel furbo di Macron) – che serve a tutelare le aziende di casa propria. Francia e Germania sono veri maestri in questa strana mescolanza di principi chiaramente opposti, mentre l’Italia, soprattutto negli ultimi anni, è riuscita a fare male entrambe le cose.

Quando è intervenuta in maniera dirigistica ha creato buchi clamorosi, grazie ai classici furbetti all’italiana (vedi caos Alitalia), quando ha lasciato fare il mercato libero, ha svenduto le aziende del paese.

Ecco un altro scandalo e un altro motivo per cui l’Italia è in fallimento, Chi sono e quanto guadagnano i 10 maggiori top manager in Italia?

Il fallimento del dirigismo all’italiana: ecco la bancarotta del nostro paese

Se, dunque, Macron, nel suo piano economico, inietta un po’ di dirigismo e neoprotezionismo, un po’ come sta facendo Trump negli USA, in Italia ogni tentativo in questo senso ha soltanto rovinato i conti dello Stato, impoverendo il paese e arricchendo i soliti furbetti dell’economia. Un caso su tutti è Monte dei Paschi di Siena: prima, si è cercato ovunque un investitore straniero pronto ad accollarsi la banca, poi è dovuto intervenire lo Stato con i soldi dei contribuenti. Poi, c’è il caso Mediaset: il francese Bollorè ha interrotto le trattive – le ha messe in pausa, diciamo così – per concludere la scalata a Telecom, in maniera tale da essere ancora più forte nel braccio di ferro con Berlusconi.

Un altro regalo clamoroso (non per i contribuenti) è quello di Alitalia: si tratta della classica storia di dirigismo all’italiana con furbata all’italiana annessa; Etihad ha sfruttato gli aerei tricolori per i propri overbooking, tendendosi i profitti per sé e scaricando i debiti sulla società italiana.

Un vero affare, non per noi. Un dato su tutti chiarisce come l’Italia gestisce il rapporto tra dirigismo e libero mercato: la Francia ha acquistato 185 aziende italiane per circa 50 miliardi di euro, mentre il nostro paese 97 per circa 8 miliardi. Insomma, a voi le conclusioni su questo bilancio.

Qui, invece, le ultime novità sul fronte ‘aereo’ e la solita gestione all’italiana, crisi Alitalia, il bando dei veleni: conflitto d’interesse, aiuti alle banche e la verità sui privilegi degli impiegati.

Non è solo una questione di costume, ma è la settima industria italiana: il calcio in mani straniere

E poi c’è il caso di quella che, conti alla mano, rappresenta la settima industria italiana: il calcio. Ebbene, in questo ambito è ancora più chiara la bancarotta Italia e lo shopping straniero ed extracomunitario nel nostro paese: Milan e Inter sono in salde ed equilibrate mani cinesi, mentre dal prossimo anno anche altre squadre ‘italiane’ saranno un po’ meno tricolori: la Roma passa a James Pallotta, il Venezia a Joe Tacopina e il buon vecchio Palermo finirà a Paul Baccaglini, ‘strano’ personaggio di cui non si sa neanche bene da dove provengano i suoi capitali. Infine, la questione annosa dei diritti televisivi per il campionato e la Champions League: l’advisor Infront cinese e dall’altro i padroni italiani che cercano soldi. Insomma, anche il calcio, sport all’italiana per eccellenza, non poteva che essere gestito all’italiana. Anche il ‘pallone’ in Italia parla straniero.

Articolo precedente

Trasferirsi all’estero per defiscalizzare la pensione: ecco perchè i pensionati Italiani scelgono la Tunisia

Articolo seguente

Vaccinazioni obbligatorie per la scuola: ecco cosa cambia e le sanzioni per i genitori