Sofferenze bancarie, ad Atlante servono nuove risorse
Il problema è, però, un altro: se davvero le banche italiane rischiano il collasso, è credibile che a evitare questo disastro ci possa pensare un “fonduccio” da poco più di 4 miliardi di capitale? No, come dimostra un’altra dichiarazione, quella resa il venerdì scorso dal presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, regista della nascita di Atlante, che partecipando al Festival dell’Economia, dopo avere rivendicato i 536 milioni messi sul piatto dalle fondazioni bancarie, ha chiesto che il fondo reperisca nuove risorse, ma chiedendoli a soci nuovi, non a quelli attuali, i quali già la loro parte l’avrebbero fatta.
Guzzetti ha mostrato di avere le idee chiare, quando ha sostenuto che a metterci i soldi dovrebbero essere ora le banche straniere, specie americane, perché con i bond collocati sul mercato dal Tesoro italiano ci guadagnerebbero molto e “se il sistema bancario italiano non si salva non guadagnano più”. Le nuove risorse, ha continuato, dovranno servire per rilevare le sofferenze sul mercato.
Verso un altro flop con Veneto Banca
Anche il presidente della Cariplo ci segnala un paio di cose. Per prima, che ha un’idea abbastanza originale di come sistemare i conti delle banche italiane, ovvero quasi costringendo gli investitori stranieri a sobbarcarsi del peso, altrimenti non potrebbero continuare a fare soldi come ad oggi con i nostri bond. Secondariamente, ci conferma la previsione nera di una crisi bancaria alle porte, che evidentemente non sarebbe stata evitata da Atlante, se è vero che sarebbe ancora possibile (parole sempre di Guzzetti), se non si trovassero nuove risorse per alimentare il fondo.
La matematica, d’altronde, non è un’opinione, nemmeno in tempi di “flessibilità” sui conti. Su 4,25 miliardi di capitale di cui è dotato, Atlante ne ha già impiegati 1,5 per ricapitalizzare la Popolare di Vicenza e dovrà utilizzarne un altro miliardo per Veneto Banca, dato che appare poco probabile che il mercato partecipi per quel 25% minimo necessario per dare corso all’IPO a Milano.