Il caso Deutsche Bank
Deutsche Bank ha emesso titoli co.co. per 5,5 miliardi di euro senza scadenza, ovvero perpetui. Dopo avere registrato perdite per 7 miliardi di euro, in molti si sono chiesti se sarà in grado di onorare i pagamenti delle cedole. Infatti, non solo naviga in acque finanziarie abbastanza agitate, ma formalmente sarebbe nella possibilità di convertire tali obbligazioni, in quanto il trigger scatta con un Tier 1 inferiore al 5% e attualmente l’istituto ne possiede uno al 3,5%, cioè è meno capitalizzata della soglia minima prefissata per fare scattare la conversione. Nonostante le rassicurazioni, il timore persiste. Il vero problema di Deutsche Bank, se vogliamo essere sinceri, non sono i co.co.bond, bensì l’elevatissima leva finanziaria di quest’istituto, che in borsa capitalizza appena 20 miliardi (quanto Unicredit e meno della metà di Intesa-Sanpaolo), gode di un patrimonio di poco più di 60 miliardi, a fronte del quale ha emesso prodotti derivati per 75.000 miliardi di euro. Sì, avete letto bene: 75 mila miliardi, non abbiamo sbagliato a scrivere. In sostanza, la banca tedesca è esposta per circa 7 volte in più il pil dell’Eurozona! [tweet_box design=”box_09″ float=”none”]Vi immaginate se la Germania salva Deutsche Bank con un intervento pubblico?[/tweet_box]
E le banche italiane?
Aldilà dei problemi dei tedeschi (ci sarà da ridere, se Berlino decidesse di attuare un