Banche e regole a convenienza: è così balorda l’idea di offrire tassi sui conti correnti?

Le banche respingono l'idea che sia giusto offrire tassi sui conti correnti. Qualcosa inizia a cambiare per i depositi vincolati.
1 anno fa
2 minuti di lettura
Liquidità non più a costo zero, risparmiatori favoriti
Liquidità non più a costo zero, risparmiatori favoriti © Licenza Creative Commons

Remunerare la liquidità in banca? Per carità! Se c’è una cosa su cui tutti gli istituti di credito concordano è che i conti correnti non debbano offrire niente ai clienti, anzi che sia corretto che prevedano costi a loro carico. Motivo? Non sono uno strumento per investire, bensì solo un servizio loro offerto. Fondamentalmente, il ragionamento non farebbe una grinza. Ci è tornato nei giorni scorsi Massimo Doris, figlio dell’indimenticato Ennio, amministratore delegato di Banca Mediolanum. Il banchiere ha definito “un vizio” quello che in passato c’era in Italia di remunerare la liquidità.

Esso finiva con il disincentivare gli investimenti, cioè per fare male all’economia italiana.

Lotta al contante pretesto per rifilare servizi onerosi ai clienti

In parole povere, se le banche offrissero tassi di interesse sui conti correnti, aumentano i loro costi. Necessariamente, questi dovranno essere scaricati sui prestiti, i quali diverrebbero più onerosi e disincentiverebbero le imprese ad investire. Tutto quadra. Senonché le banche italiane fanno il tifo per la lotta al contante. Vorrebbero che un numero crescente di transazioni passasse per le loro carte di debito e di credito, così da abbuffarsi di commissioni e di godere di liquidità tendenzialmente illimitata e a costo zero. Non va proprio così il mercato. Non puoi costringermi a portare i soldi in banca per l’impossibilità altrimenti di pagarmi anche solo un panino e poi dirmi che il servizio è a pagamento e offre tassi di interesse nulli.

Delle due l’una: o manteniamo la libertà dei cittadini di pagare come meglio credono o la lotta al contante deve coincidere con l’azzeramento dei costi legati non solo ai pagamenti digitali, ma anche all’apertura e al possesso dei conti correnti collegati. Messa così, vedrete che molte banche inizierebbero a fare qualche smorfia di disapprovazione. Il loro punto di vista sarà anche legittimo, ma non per questo accettabile, specie dalle istituzioni.

Nessun obbligo può avvenire a titolo oneroso.

Abbuffata di profitti grazie ai soldi dei clienti

Non è solo questa la ragione per rispedire al mittente l’idea della gratuità dei conti correnti. Le banche depositano migliaia di miliardi di euro di liquidità in eccesso rispetto alle riserve obbligatorie loro imposte dalla Banca Centrale Europea (BCE). Questo fiume di denaro risulta attualmente remunerato al 3,50% e tra pochi giorni, con il nono rialzo dei tassi di interesse di fila, salirà al 3,75%. Per essere più chiari, funziona così: noi clienti versiamo i nostri soldi sui conti correnti, dove magari abbiamo l’accredito dello stipendio, della pensione, delle fatture, ecc. Questo denaro può bastare e avanzare alla banca, che specie in un periodo di incertezze, può decidere di limitare gli investimenti e di depositare la liquidità in eccesso presso gli sportelli della BCE. Questa le riconoscerà un certo tasso di interesse. Ripetiamo: è al 3,50% ad oggi.

Supponiamo che la cifra in questione sia di 1 miliardo di euro. Su di essa la banca maturerebbe un tasso di 35 milioni di euro all’anno. Soldi che arrivano dai nostri conti correnti. Perché mai la liquidità dei clienti non dovrebbe essere remunerata dalla banca, ma se questa la girasse alla BCE dovrebbe avere diritto a un certo tasso? Misteri dei banchieri. Si può capire la repulsione nel remunerare la liquidità fino allo scorso anno, quando vigevano ancora i tassi negativi. Adesso, però, siamo dinnanzi a una vera e propria disparità di trattamento tra banche e clienti. La liquidità alle prime viene remunerata senza che facciano nulla, ai secondi no.

Conti correnti denaro gratis per banche

E’ vero che i conti deposito stanno diventando più remunerativi. Le nuove offerte prevedono in media il 3,20% all’anno. Tuttavia, presuppongono un vincolo temporale, cioè la liquidità non può essere prelevata per un determinato numero di mesi.

Le banche stanno facendo passare questo sistema come normale e tacciono le critiche come frutto della scarsa educazione finanziaria, in ciò sostenute spesso in mala fede da una stampa accondiscendente e replicante. La verità è che i conti correnti costano e in un sistema in cui ormai restarne privi è impossibile, questo non è corretto. Specie se con quei denari le banche fanno soldi senza prestare denaro a nessuno, semplicemente parcheggiandoli presso l’istituto centrale.

[email protected]

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Bonus start up. Approvata una nuova proposta di legge

Prendere il bonus casalinghe diventa più facile: ecco le novità
Articolo seguente

Pensione casalinghe già a 57 anni?