Banconota da 500 euro quasi il 30% del totale emesse
L’argomento è tutt’altro che irrilevante e investe aspetti concreti della nostra vita quotidiana. Le banconote da 500 euro valgono complessivamente 306,8 miliardi, quasi il 30% dell’intera massa monetaria emessa dalla BCE e sono seconde per importanze alle sole banconote da 50 euro, che in tutto valgono in circolazione quasi 400 miliardi. Il loro valore è triplicato sin dal 2002, anno di entrata dell’euro nelle tasche dei cittadini dell’unione monetaria. Sul piano internazionale, il taglio da 500 euro è il secondo di maggiore valore dopo quello di 1.000 franchi svizzeri e questo sarebbe un argomento a favore di quanti ne chiedono l’abolizione.
Lotta contro uso contante
Da tempo tira aria di una lotta più generale contro l’uso del contante. In Italia, ciò è dovuto spesso alla necessità dello stato sempre più famelico di fare quadrare i conti pubblici, aumentando le entrate; e l’uso del contante limita il controllo delle transazioni, mentre se tutte queste ultime fossero realizzate in modalità elettronica e tracciabile, l’evasione fiscale quasi si azzererebbe, a meno di non immaginare che due parti contraenti non regolino un loro rapporto con il ricorso al baratto (io ti aggiusto il lavandino e tu mi fai le pulizie in casa). Attenzione, però, perché la lotta contro gli evasori delle tasse, che fondamentalmente potrebbe apparire corretta, potrebbe non essere nemmeno la reale ragione principale dell'”odio” ostentato dalle banche centrali contro il contante. Per di più, nonostante in Italia cresca di anno in anno la percentuale di transazioni elettroniche e fino al termine del 2015 sia stato in vigore un limite di 1.000 euro per i pagamenti in contanti, ciò non si è tradotto in una riduzione dell’elevata evasione fiscale, ma al contrario essa è risultata aumentata.