Bankitalia, inizia l’era di Fabio Panetta dopo dodici anni ‘sfortunati’ di Visco

Ignazio Visco lascia le redini di Bankitalia a Fabio Panetta dopo dodici anni trascorsi a gestire una crisi dopo l'altra.
11 mesi fa
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Bankitalia, inizia era Panetta dopo Visco
Bankitalia, inizia era Panetta dopo Visco © Licenza Creative Commons

Si è conclusa martedì 31 ottobre l’era di Ignazio Visco a capo di Bankitalia. Aveva debuttato come governatore nell’autunno del 2011 avvertendo i giornalisti di non essere parente dell’allora più famoso Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze del centro-sinistra. Al suo posto si è già insediato Fabio Panetta, 64 anni, romano e già consigliere esecutivo alla Banca Centrale Europea (BCE). Si chiudono dodici anni lunghi, se non controversi e certamente poco fortunati.

Crisi bancaria neo sul mandato di Visco

Visco divenne formalmente governatore di Bankitalia nei giorni in cui lo spread in Italia esplodeva a livelli insostenibili, spingendo alle dimissioni il governo Berlusconi.

Fu la prima crisi che si ritrovò a gestire, non avendo avuto nemmeno il tempo di un brindisi per festeggiare il proprio insediamento. Sarebbe stato solo l’inizio di ben cinque crisi in appena una dozzina di anni.

Era la fine del 2015 e ben quattro piccole banche italiane saltano gambe per aria. Nei mesi seguenti avrebbero capitolato la Popolare di Vicenza, Veneto Banca e, soprattutto, Monte Paschi di Siena. Lo stato fu costretto a “regalare” gli istituti veneti a Intesa Sanpaolo e a nazionalizzare Rocca Salimbeni per evitarne il crac definitivo. Le responsabilità di Bankitalia in questa vicenda non sono mai state acclarate, ma rimane il fatto che fosse stato il predecessore di Visco, ossia Mario Draghi, ad avallare le nozze tra MPS e Banca Antonveneta. Un’operazione-salasso, considerata causa della caduta di Siena. E la crisi bancaria era degenerata sotto gli occhi dello stesso Visco. Ricordiamo che Bankitalia svolge compiti di vigilanza sul sistema bancario nazionale.

Bankitalia pro-PEPP

Un terza crisi Visco la dovette affrontare sin dalla primavera del 2018, quando Movimento 5 Stelle e Lega formarono il cosiddetto governo “giallo-verde” di Giuseppe Conte. Fu un’altra esplosione dello spread. A poco valsero gli acquisti a pioggia di bond da parte della BCE di Draghi.

Il mercato nutriva profonda sfiducia verso la gestione delle finanze statali a Roma.

E arriviamo al 2020, quando la pandemia rischiò di far naufragare ancora una volta l’euro, riportandoci indietro di una decina di anni. La reazione della BCE di Christine Lagarde, tuttavia, fu immediata. Il varo del PEPP prima e del Next Generation qualche mese più tardi da parte della Commissione europea impedì una nuova crisi del debito in Europa. Bankitalia si schierò apertamente per soluzioni unitarie contro le tensioni sui mercati finanziari.

Ritorno dello spread con alta inflazione

Infine, l’inflazione. Il suo arrivo non era stato previsto praticamente da nessuno. Tra postumi della pandemia e scoppio della guerra russo-ucraina, i prezzi al consumo schizzano, specie quelli dell’energia. La BCE, pur in grave e colpevole ritardo, deve alzare i tassi di interesse dopo ben undici anni. Lo fa al ritmo più veloce della sua storia ultra-ventennale. I rendimenti sovrani esplodono, specie in Italia. Non è un’altra crisi del debito, ma lo spread in Italia torna fino a un massimo di 250 punti. La Bankitalia di Visco invita alla moderazione sulla stretta e, pur in minoranza nel board, ritiene che l’origine dell’inflazione sia data dalla crisi energetica. Nel suo discorso di commiato di questa settimana, tuttavia, ha difeso l’operato della BCE dopo esserne stato pubblicamente un critico nell’ultimo anno.

Da Bankitalia altro italiano in BCE oltre Panetta

Panetta non sarà l’unico italiano nel board della BCE. C’è anche Piero Cipollone, che da ieri ha cessato le sue funzioni come vice-direttore generale di Bankitalia per diventare consigliere esecutivo a Francoforte. In sostanza, rimpiazza lo stesso neo-governatore nel suo precedente ruolo. La speranza è che Palazzo Koch abbia vita più facile e fortunata nei prossimi sei anni. Anche se la fortuna c’entra fino a un certo punto.

La crisi bancaria forse si sarebbe potuta evitare nel decennio passato. La vigilanza di Bankitalia è risultata carente, così come da tempo sembra mancare un disegno chiaro sul mercato del credito domestico. Finita l’era delle maxi-fusioni, cosa ci aspetta? E sarà capace Panetta di portare a casa quello che i suoi predecessori non hanno potuto, vale a dire uno scudo anti-spread finalmente efficace e realmente in grado di sventare sul nascere una crisi del debito?

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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