Basta cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate, per le vecchie azzeramento automatico o 84 mesi di rate

Quali sono le novità più salienti della riforma della riscossione e perché si dice che ci sarà lo stop alle cartelle esattoriali.
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Basta cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate, per le vecchie azzeramento automatico o 84 mesi di rate
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La riforma della riscossione è entrata in vigore, introducendo importanti cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda la cartella esattoriale, il principale strumento di imposizione fiscale. La cartella esattoriale è nota per la sua rigidità, poiché chi la riceve è obbligato a pagare per evitare conseguenze più gravi, come l’esecuzione forzata.

Tuttavia, con la riforma della riscossione, le cose potrebbero davvero cambiare. In alcuni casi, le cartelle esattoriali diventeranno praticamente inutili, al punto che non verranno più inviate. Anche se questa potrebbe sembrare una buona notizia, non è tutto oro quello che luccica.

Vediamo perché.

La riforma introduce anche alcuni vantaggi per i contribuenti che si trovano a dover gestire cartelle esattoriali. Ecco un riepilogo delle novità principali e di come potrebbero influire sui contribuenti.

Più rate: novità dal 2025 e oltre

Attualmente, i contribuenti che hanno debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione possono optare per diverse modalità di pagamento delle cartelle esattoriali. Se ci sono vizi di forma, debiti prescritti o tasse non dovute, il contribuente può richiedere lo sgravio. Grazie ai vari provvedimenti di sanatoria e alle rottamazioni delle cartelle, è possibile pagare meno o con maggiore facilità.

Inoltre, chi ha delle cartelle esattoriali può richiedere il pagamento rateale. Questa opzione è disponibile per tutti i contribuenti, indipendentemente dall’importo del debito. L’unico limite è che la rata minima non può essere inferiore a 50 euro. Attualmente, l’Agenzia delle Entrate Riscossione consente di pagare in un massimo di 72 rate mensili.

Se il contribuente dimostra di avere difficoltà economiche, il piano di rateizzazione può essere esteso fino a 120 rate, ovvero 10 anni.

La novità introdotta dal decreto riscossione riguarda il prolungamento delle rate. Dal 2025, infatti, le rate ordinarie potranno arrivare fino a 84 mesi, senza la necessità di dimostrare difficoltà economiche, mantenendo comunque il limite minimo di 50 euro per rata. Nel 2026, sarà ancora possibile ottenere questo prolungamento, mentre nel biennio 2027-2028 le rate potranno arrivare fino a 96 mesi.

Successivamente, dal 2029 al 2030, si salirà a 108 rate, per arrivare infine, nel 2031, a 120 rate.

Addio alle cartelle esattoriali: quando non serviranno più

Una delle novità più rilevanti della riforma riguarda l’accertamento esecutivo, che renderà la cartella esattoriale quasi inutile. Questo cambiamento mira a ridurre i tempi di riscossione, che spesso risultano troppo lunghi.

Attualmente, la cartella esattoriale è necessaria per avviare le procedure di esecuzione forzata, come il pignoramento della pensione, del conto corrente o dello stipendio del debitore, oppure per i fermi amministrativi dei veicoli. Con la riforma, per imposte come quelle di registro, imposte di successione, sgravi fiscali o crediti d’imposta indebitamente sfruttati, le procedure esecutive potranno essere avviate senza necessità di una cartella esattoriale.

L’accertamento esecutivo, notificato al contribuente, diventa quindi l’atto fondamentale. Entro 60 giorni dalla notifica, il contribuente può decidere di presentare ricorso o pagare. Se dopo 30 giorni non intraprende nessuna delle due opzioni, l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà procedere con l’esecuzione forzata. Tuttavia, è previsto un periodo di sospensione di 180 giorni, a tutela del contribuente.

Basta cartelle esattoriali: cancellazione automatica o rateizzazione fino a 84 mesi

Un’altra importante novità introdotta dalla riforma è la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali per alcuni contribuenti. Questa misura riguarda solo i soggetti che non hanno pagato le loro cartelle per almeno 5 anni, nonostante le notifiche ricevute dall’Agenzia delle Entrate, e che sono stati dichiarati insolvibili.

In particolare, la cancellazione riguarda contribuenti nullatenenti, deceduti senza eredi, falliti o espatriati. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate Riscossione non proseguirà nei tentativi di incasso. Il debito originario tornerà quindi nelle mani dell’ente creditore (Comune, Stato, Regione), che deciderà se tornare a riscuotere in futuro, qualora emergessero nuove proprietà o redditi del contribuente, oppure se cancellare definitivamente il debito.

Conclusione

La riforma della riscossione introduce significativi cambiamenti che potrebbero influire sulla vita di molti contribuenti. Se da un lato le rateizzazioni saranno più lunghe e flessibili, dall’altro l’accertamento esecutivo potrebbe accelerare i tempi delle procedure di esecuzione forzata, rendendo superflua la cartella esattoriale. Inoltre, la cancellazione automatica delle cartelle per alcuni contribuenti offre una soluzione definitiva per chi non è stato in grado di pagare per lunghi periodi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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