Si tiene oggi la riunione della BCE, sulla quale si addensano grandi attese negli ultimi giorni, a seguito degli eventi che stanno riguardando l’Eurozona. L’istituto sarà chiamato, anzitutto, a spiegare il nuovo target d’inflazione. E’ stato ridefinito al 2% dal precedente “vicino, ma di poco inferiore al 2%”. L’aspetto più interessante riguarda la sua natura “simmetrica”, vale a dire che Francoforte tollererà tassi d’inflazione più alti del 2%, nel caso in cui in precedenza questi fossero stati inferiori a tale soglia.
Questa riunione della BCE cade in un momento particolare, ambiguo per l’economia dell’Eurozona. Da un lato, il principale rischio è costituito dallo spettro delle richiusure a causa del dilagare dei contagi con la variante Delta. Il Covid torna a fare paura e i governi stanno già imponendo alcune restrizioni per frenare i nuovi casi, a distanza di poche settimane dal loro allentamento. L’impatto sulla ripresa potrebbe essere notevole. La stagione turistica alimenta buona parte del PIL nel Sud Europa e il calo delle prenotazioni e il boom delle disdette lasciano supporre che si sia trattato di una falsa ripartenza questa estate.
Riunione BCE con vista a settembre
Per contro, l’inflazione è tornata ad alzare la testa. A giugno, è scesa leggermente dal 2% all’1,9%, restando nei pressi del target. Proprio l’allentamento delle restrizioni anti-Covid lascia supporre che i prezzi al consumo, specie relativi ai servizi, continuino a lievitare. E malgrado la ridefinizione del target d’inflazione, la BCE non potrebbe continuare a ignorare a lungo uno scenario inflazionistico.
C’è da scommettere che “falchi” e “colombe” oggi si confronteranno con argomentazioni altrettanto valide. Rischi al ribasso e al rialzo per la crescita dell’area sono entrambi possibili. Per il momento, ciò dovrebbe spingere la riunione della BCE a rinviare ogni decisione ai prossimi incontri. Fino a settembre, l’istituto si è impegnato a mantenere invariati i ritmi con cui settimanalmente acquista obbligazioni con il PEPP.
Per il momento, la buona notizia per l’Italia è che nessun rialzo dei tassi sia stato ipotizzato, così come che gli acquisti di BTp resteranno invariati per un altro paio di mesi e verosimilmente saranno ridotti non drasticamente nei mesi successivi. Già si parla persino di estendere ulteriormente il PEPP a dopo marzo e/o di potenziare il “quantitative easing”. Insomma, la BCE resta espansiva anche nel medio termine.