Buongiorno, sono una insegnante in una scuola secondaria statale di primo grado.
Usufruisco dei benefici della legge 104 in quanto mia mamma è cieca assoluta e vedova e io sono figlia unica.
Le agevolazioni lavorative previste per chi fruisce della legge 104 per assistere un familiare con handicap in base all’articolo 3 comma 3 sono molteplici e si sommano ai 3 giorni di permessi lavorativi retribuiti mensili di cui il lavoratore può fruire per prendersi cura del familiare stesso.
A livello lavorativo, ricordiamo, il lavoratore può fruire anche del congedo straordinario biennale, nel pubblico impiego, laddove possibile, della scelta della sede di lavoro e del rifiuto al trasferimento.
Il lavoratore che fruisce della legge 104 per assistere un familiare con handicap grave, può rifiutarsi di svolgere turni notturni e di essere collocato in reperibilità che preveda, appunto, turni notturni.
Ma in nessuna parte della normativa si parla della scelta del giorno libero. Se fino ad ora la sua dirigente scolastica le ha permesso, proprio in virtù della sua condizione, di scegliere il giorno libero settimanale in base alle esigenze di sua madre, devo dirle, mio malgrado, che non lo ha fatto perché a tutelarla c’era la legge 104, ma semplicemente per aiutarla nelle sue incombenze familiari.
La decisione presa quest’anno dalla dirigente, quindi, può essere presa in piena autonomia in quanto per quel che riguarda il giorno libero lei è uguale a tutte le sue colleghe poiché in tal senso la legge 104 non la tutela in nessun modo poiché per le esigenze di cura ed assistenza di sua madre ha a disposizione tutti gli altri benefici, dai 3 giorni di permessi ai 2 anni di congedo straordinario retribuito.
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