Il Reddito di Cittadinanza, come ormai sappiamo, è una misura di contrasto alla povertà, è un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale.
La misura ha l’obiettivo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, aumentare l’occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze. Ed è a questo scopo che è stata istituita la figura del Navigator: colui che supporta gli operatori dei Centri per l’Impiego nella realizzazione di un percorso che coinvolga i beneficiari del Reddito di Cittadinanza dalla prima convocazione fino all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua.
Reddito di cittadinanza, i navigator non hanno gli strumenti necessari
Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis e presidente di Assosomm (associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro) ha rilasciato una lunga intervista a “ilgiornale.it”, nella quale ha anche espresso la sua opinione sul Reddito di Cittadinanza e sul ruolo dei Navigator.
«Dateci l’accesso alle banche dati, fateci intercettare i percettori del Reddito e quanti oggi si rivolgono ai Centri per l’impiego”. Se il governo collaborasse, le Agenzie potrebbero reinserire nel mondo del lavoro quanti più soggetti nel modo più efficace possibile, a cominciare, appunto, da chi percepisce il sussidio.
I navigator (circa 3 mila), continua Rasizza, “sono persone in gamba, ma nel posto sbagliato al momento sbagliato. Senza strumenti, senza neanche l’auto per poter capire i territori da presidiare”.
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