Una delle accuse dei partiti politici concorrenti al Movimento 5 Stelle è la mancanza di compattezza: i candidati sono stati eletti via internet e non hanno fatto lunghi percorsi insieme. Si potrebbe obiettare che la forza di un obiettivo comune è ben più salda di alleanze di facciata e di opportunismo (basti pensare a volta bandiera storici come Scilipoti) ma il leader del Movimento 5 Stelle dimostra di non essere uno sprovveduto. Lui stesso, con un profetismo che ricorda un illustre precedente storico (non è la prima volta peraltro che Grillo viene paragonato a Gesù), ha ammesso durante la riunione con gli eletti del Movimento 5 Stelle: “Almeno il 15 per cento di voi potrebbe tradirmi, l’ho già messo nel conto”.
Nessuna fiducia: il Movimento 5 Stelle non cede alla tentazione degli inciuci
Uno dei primi banchi di prova sarà la fiducia al governo di Bersani. Subito dopo le elezioni Grillo, coerentemente con il programma del Movimento 5 Stelle, ha precisato che non ci sarebbero stati “inciuci”. Ma in rete presto si è diffusa una petizione da parte di alcuni grillini pentiti che chiedevano l’accordo per garantire il governo. Che il Movimento 5 Stelle sia eterogeneo non è certamente una novità ma forse la sua forza è proprio questa. Nessun partito, neppure quello più concentrato localmente come la Lega, finora ha dimostrato di essere immune da voltafaccia di arrivisti. I politici negli ultimi anni ci hanno abituato ad alleanze e coalizioni inverosimili unendo persone che sulla carta nulla avrebbero da spartire pur di raccogliere briciole di voti. La differenza è che nel Movimento 5 Stelle l’eterogeneità si è formata spontaneamente perché per la prima volta è stato proposto un programma sociale che va oltre il concetto di destra e di sinistra. Questo dovrebbe quantomeno ridurre i rischi.
Il Movimento 5 Stelle è un programma non una persona
Impossibile mettere la mano sul fuoco su ogni singolo eletto.