Reddito di cittadinanza un flop? Non ditelo a Beppe Grillo, che nei giorni scorsi ha pubblicato un articolo sul suo blog a firma di Shigheito Sasaki, in cui rilancia l’idea di un reddito universale. Ripercorre le crisi economiche della storia moderna per rimarcare come sia ormai indispensabile fornire a tutti un reddito con cui vivere. A suo dire, questo sarebbe stato il sogno di Martin Luther King, il quale dopo avere constatato il raggiungimento della parità dei diritti tra bianchi e neri, aveva altresì notato come le condizioni di vita dei secondi non fossero migliorate.
Sì, ma chi paga? Il “bello” della proposta di Beppe Grillo è proprio questo: nessuno. Le banche centrali, sostiene, dovrebbero finanziare il reddito universale, così da evitare che esso venga coperto da aumenti delle tasse. A dire il vero, è lo stesso fondatore del Movimento 5 Stelle a citare la Modern Monetary Theory (MMT), una teoria monetaria diffusasi negli ultimi anni, secondo la quale ogni banca centrale con moneta sovrana potrebbe emetterne in quantità illimitata senza alcun danno per l’economia. Anzi, secondo gli esponenti della MMT, le stesse tasse non servirebbe ad altro, se non a diffondere l’uso della moneta all’interno di un’economia.
Reddito universale non pagato da nessuno
Siamo al libro dei sogni, con la differenza che qui si pretende di fare sul serio. Sempre nell’articolo, si legge che una banca centrale potrebbe finanziare il reddito universale per il 30% del PIL attraverso la moneta. Una quantità non così elevata, secondo l’autore. Del resto, perché mai limitarsi ad emettere moneta per far lievitare i prezzi delle azioni delle società quotate in borsa, quando la si potrebbe usare per vivere meglio?
Le idee di Grillo e dei parlamentari del Movimento 5 Stelle sul tema non sono una novità, per quanto faccia sempre impressione sentirle espresse in maniera così radicale.
I “grillini” sanno che il redditi di cittadinanza è sotto attacco da più parti per i risultati fallimentari esitati sulla base della premessa con cui il sussidio fu venduto dall’M5S nel 2018: un sostegno per il reinserimento nel mercato del lavoro. E’ accaduto tutt’altro. Il sussidio si starebbe rivelando un disincentivo al lavoro e i partiti della maggioranza, M5S a parte, stanno ipotizzando diverse soluzioni per riformarlo o, addirittura, per eliminarlo del tutto. Pende la richiesta di referendum abrogativo da parte di Italia Viva di Matteo Renzi. Ed ecco che Grillo rilancia per non restare impantanato nelle sabbie mobili dei dati e delle polemiche: reddito universale e niente di meno che finanziato dai soldi creati dal nulla della banca centrale. L’ex banchiere, oggi a Palazzo Chigi, di certo non apprezzerà.