Che Berlusconi venisse paragonato a Hitler e Stalin ce lo saremmo aspettato in un bar, davanti a un bicchiere d’amaro e alle carte da briscola. E invece il “paragone” giunge inaspettato alla serata conclusiva della Versiliana 2013, la festa del Fatto Quotidiano, dalla bocca del presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli. “Berlusconi passerà alla Storia con una luce sinistra, così come è accaduto per Hitler e Stalin”, è stata la pesante dichiarazione tuonata a Marina di Pietrasanta. La frase estrapolata da alcuni media è sensazionale, ma inclusa in un contesto discorsivo, apre la strada al futuro dell’Italia post-berlusconiana.
Ecco l’Italia post-Berlusconi secondo Paolo Mieli
Sul futuro di Berlusconi, Mieli non ha dubbi: “Andrà in carcere o ai servizi sociali. Però è finito“. Tuttavia, l’ex direttore della Stampa e del Corriere della Sera, tiene a precisare: “Non è detto che la storia finisca con la sua fine. Con Berlusconi c’è stato un doppio amore: quello dei suoi e quello di chi avrebbe dovuto osteggiarlo”. Insomma, per Mieli nell’Italia post-berlusconiana non ci sarà nemmeno un berlusconiano: “E’ stato così dopo Tangentopoli: impossibile trovare uno che fosse stato democristiano o socialista. L’Italia, da quando è nata, si basa su una memoria truccata. Lo stesso varrà per Berlusconi”. Il suggerimento per una dichiarazione del genere viene dall’exploit di Beppe Grillo: in un Paese prostrato dalla crisi e da problemi di natura politica, sociale ed economica, a emergere sono gli integralisti. E guarda caso, dopo Tangentopoli arrivò Berlusconi aprendo la strada a un Ventennio politico che difficilmente si potrà dimenticare. Per Mieli, il potere di Berlusconi è stato un “potere indulgente”, non da dittatore, che ha puntato il dito contro tasse e immigrati.