Non fu complotto, solo deprecabile spionaggio USA
Ma proprio in quell’occasione, Obama si schierò con l’Italia (e la Spagna), sostenendo che non ci sarebbe stato bisogno di un intervento dell’FMI. “I think Silvio is right” avrebbe detto (“Penso che Silvio sia a posto”). Se fosse stato il regista o partecipare a un complotto, avrebbe preso la palla al balzo e sfruttato l’occasione per indebolire la posizione di Berlusconi. E non dimentichiamoci che lo spionaggio sarebbe iniziato già ai tempi di Bush jr, che tutto sembrava desiderare, tranne che il nostro ex premier lasciasse il governo.
In realtà, le intercettazioni di massa realizzate dalla Nsa dimostrerebbero la tendenza degli USA a considerarsi ancora oggi, a torto o a ragione, il poliziotto del mondo. Un atteggiamento, ereditato dai tempi della Guerra Fredda, quando effettivamente avevano in mano la sicurezza di quella parte del pianeta libero e contrapposto al blocco sovietico. Si tratta di fatti deprecabili, specie perché ad essere spiati sono storici alleati, non governi ostili, per quanto l’ipocrisia abbia raggiunto vette elevate in questo caso, dato che si scopre l’acqua calda. Già agli inizi del Millennio si sfiorò l’incidente diplomatico tra le due sponde dell’Oceano Atlantico, quando si scoprì che l’amministrazione Bush jr spiava le riunioni europee a Bruxelles. Non si tratta di
complotti specifici contro questo o quel premier, quanto di una politica quasi strutturale degli americani, che dovrebbe spingere le cancellerie del Vecchio Continente a reagire con fermezza e compostezza. Evocare complotti serve solo a sollevare polveroni, senza risolvere alla radice il problema.