Bersani: limite al pagamento in contanti a 300 euro per salvare le banche

Monti ha girato 4 miliardi di Imu al dissestato Monte dei Paschi di Siena, ma non basta. Comunisti e banchieri ora vogliono abolire l’uso del contante per saldare i debiti dei partiti con le banche
12 anni fa
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E’ già dura adesso con il limite al pagamento in contanti a 1.000 euro, figuriamoci se lo dovessero portare a 300. Non è nella mentalità degli italiani usare carte di credito e bancomat per piccole spese, non è pratico e non è naturale come ha evidenziato anche la Bundesbank in un recente studio sulla circolazione del denaro in Europa. Ma questo è il folle progetto del Partito Democratico sviluppato in piena sintonia con gli obiettivi del professor Monti, mandante del potere bancario: la tracciabilità dei pagamenti sopra i 300 euro.

Per combattere l’evasione fiscale e per rendere più semplice la vita dei consumatori, s’intende! Pensionati, casalinghe, studenti dovranno in futuro dotarsi di una carta di credito, di un bancomat così da rendere più trasparenti le transazioni di denaro con notori costi annuali più o meno occulti. Già adesso le banche spingono per scoraggiare l’uso del denaro contante addebitando costosi prelievi allo sportello o presso gli Atm. Una vera e propria rivoluzione copernicana che renderà la vita di ogni cittadino super controllata dai sistemi elettronici al punto che qualcuno l’ha già definita una follia cibernetica architettata dalle banche fallite sotto il peso dell’enorme debito pubblico italiano. Le premesse già ci sono: dal prossimo anno tutti gli esercizi commerciali dovranno dotarsi di Pos per accettare pagamenti in forma elettronica sopra i 50 euro. Preparato il terreno, resta solo da convincere i consumatori a utilizzare la moneta elettronica, come negli Usa, magari abbassando per decreto l’utilizzo del contante a 300 euro e poi gradualmente fino a 50, come impreca a squarciagola Bersani.  

Crisi Monte Paschi: 3,9 miliardi di euro regalati da Monti alla banca dei compagni. Ma ne serviranno ancora

  pd_spa Ma perché tanta foga, insieme a quella della patrimoniale costantemente strombazzata, non solo dal centro-sinistra, ma anche dalla Cgil? Il motivo è semplice: le banche sono senza soldi, oggi più di ieri, quindi di fatto in bancarotta.

E’ noto che se tutti corressero in banca a prelevare i propri risparmi, non ce ne sarebbe abbastanza e le banche chiuderebbero gli sportelli. Ne sanno qualcosa al Monte dei Paschi di Siena, dove di sportelli ne dovranno chiudere 400 per la gioia dei sindacati che, a braccetto con la sinistra, invocano sempre a spada tratta la difesa del posto di lavoro, dimenticandosi però  di quei 4.500 dipendenti (e loro famiglie) che fra un po’ si ritroveranno senza stipendio, oltre che senza capitale azionario. Ma tant’è, si tratta di una “battaglia di civiltà” come aveva detto l’ex presidente dell’Abi parlando del contrasto al contante annunciato da Monti. E chi era il presidente dell’Abi? Giuseppe Mussari, già capo supremo del Monte dei Paschi di Siena, la banca dei compagni, che lui e i dirigenti di partito hanno mandato in rovina utilizzandola come bancomat, anzi come idrovora, per le loro tentacolari clientele, e che Monti, in nome dell’equità sociale, ha disperatamente salvato in vari modi (Allarme rosso al Monte dei Paschi di Siena). Prima, esentando Mps dal pagamento di 200 milioni di interessi che doveva sui Tremonti Bond (non ancora rimborsati), e ora con 3,9 miliardi di Monti-bond che difficilmente torneranno nelle tasche dei contribuenti italiani. Soldi che, viceversa, potevano essere usati per i pressanti bisogni del Paese, dalla riduzione del debito alle pensioni degli esodati (ridotti in questo stato dalla commovente Fornero), ma che il governo tecnico dei banchieri, una volta raccolto il gettito dell’Imu, ha semplicemente girato alla banca dei rossi.  

Abolire l’uso del contante per sanare i debiti dei partiti superindebitati

Tutto questo per comprendere meglio il quadro della situazione. Bersani col suo folto drappello di comunisti al seguito e i rapaci banchieri italiani (cioè Monti) hanno il medesimo interesse nell’abolizione del contante.

Non solo perché questo è uno dei cavalli di battaglia ideologici delle sinistre, come le nozze gay, ma anche e soprattutto per far sparire quei debiti che negli anni hanno dissestato sistema bancario italiano. Come? Trasformando le banconote in impulsi. Emblematico è il caso di una delle più grandi banche anglosassoni, la HSBC. Il gruppo bancario è stato trovato colpevole (ancorché non processato, per non destabilizzare il sistema) di aver riciclato almeno 7 miliardi di dollari dal cartello dei narcos messicani trasformando vagonate di contanti sporchi in bit elettronici candidi e profumati. Delitto che un divieto dell’uso del contante non avrebbe certo ostacolato.   Limiti pagamento in contanti: un Grande Fratello elettronico e miliardi di commissioni alle banche   uffici-postali Inoltre, imponendo l’uso della moneta elettronica, le banche estrarrebbero, senza fatica, miliardi di commissioni dalle più disparate spese quotidiane, dal caffè al bar al giornale in edicola, dalla corsa in autobus al parcometro in città. Soldi che si sposteranno virtualmente semplicemente con l’uso di un telefonino, di una tessera magnetica, di un chip elettronico inserito nell’orologio da polso, comportando al contempo la chiusura di centinaia di sportelli e il licenziamento di migliaia di dipendenti. Non è certo quello che vuole (in teoria) la sinistra, ma a volte fa il gioco del grande capitale perfino senza saperlo. Così la strana convergenza di interessi fra i partiti di sinistra e le banche italiane appare lampante: entrambe desiderano il potere, il controllo dei cittadini con la giustificazione della lotta all’evasione fiscale. E questo potrebbe essere lo slogan propagandistico della nuova legislatura che, allo scopo, foraggerà ancora di finanziamenti pubblici giornalisti collusi e leccapiedi. Un tema, in parte già visto e che non ha dato frutti: a fronte della tanta demonizzata lotta all’evasione fiscale con la creazione di uno stato di polizia tributaria, nel 2012 sono stati recuperati dalla lotta all’evasione 12 miliardi di euro, 700 milioni meno dell’anno prima.
Un fallimento in piena regola. Ma si sa, l’obiettivo in Italia non è il risultato, ma il controllo sociale, il Grande Fratello, per nascondere la verità.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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