Anche i bidelli potranno andranno in pensione anticipata a 63 anni, ma non con Ape Sociale. In questi giorni sono circolate notizie fuorvianti che includerebbero questa categoria di lavoratori della scuola fra i lavori usuranti.
Come noto, il governo sta approntando una allargamento di Ape Sociale per consentire a più lavoratori di beneficiare dell’anticipo della pensione a 63 anni. Notizie tendenziose avrebbero fatto ricadere anche il lavoro dei bidelli fra le mansioni gravose.
Bidelli esclusi dai lavori usuranti
Ebbene, niente di più falso.
Nella lista sono presenti 92 tipi di lavori gravosi, elencati per ordine di importanza. Al primo posto stanno i minatori la cui professione è caratterizzata da un indice elevato di malattie e infortuni professionali. Al ultimo posto, invece, ci sono i redattori di verbali di assemblee istituzionali per le quali i rischi sulla salute sono minimi.
Di questo elenco – precisa Damiano – sarà poi il governo a decidere quali categorie meritano di rientrare in Ape Sociale, quindi non è detto che tutte e 92 le figure professionali saranno tutelate alla fine. Una cosa è certa, però, non ci sono i bidelli. Le notizie circolate in questi giorni sono fasulle e non meritano alcuna considerazione.
In pensione a 63 anni ma non con Ape Sociale
I bidelli potrebbero comunque andare in pensione ugualmente se nella riforma pensioni venisse presa in considerazione l’opzione flessibilità suggerita dal Inps. Più precisamente – suggerisce il presidente del Inps Pasquale Tridico – si potrebbe concedere a tutti la pensione anticipata, ma in due tranches.
La prima al raggiungimento dei 63 anni di età liquidando la sola parte dei versamenti maturati dal 1996 in poi e quindi col sistema di calcolo contributivo.