Il presidente americano Joe Biden ha riportato un indubbio successo giovedì scorso, quando partecipando al Consiglio europeo, è riuscito a strappare ai governi europei un accordo strategico sul piano geopolitico ed economico: fornirà fino a 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno al Vecchio Continente entro il 2030. Non risolverà da solo la nostra crisi energetica, ma la Casa Bianca si è garantita due cose: l’allentamento della dipendenza europea dalla Russia e un accordo commerciale per la propria industria energetica.
Un paio di giorni dopo, però, lo stesso Biden si è reso protagonista, se non di una gaffe propriamente detta, senz’altro di un discorso quasi boomerang.
Per farvi capire quante perplessità abbiano suscitato negli stessi leader europei più filo-bideniani, vi diamo conto delle reazioni di due esponenti italiani: Enrico Letta e Carlo Calenda.
Putin “macellaio” e il passo indietro di Biden
Le parole di Biden sono state così mal recepite in Europa che il suo segretario di Stato, Antony Blinken, ha smentito che gli USA abbiano in mente un “regime change” in Russia. Lo stesso presidente, uscendo dalla messa ieri, ha ridimensionato la portata delle sue affermazioni. Perché tante perplessità? L’Europa sta vivendo la guerra in casa. Milioni di ucraini sono usciti già dai confini nazionali per trovare riparo altrove, perlopiù in Polonia. Il boom dei prezzi del gas contribuisce a sfiancare l’economia europea, la quale rischia di ricadere in recessione a due anni esatti dalla pandemia.
Per non parlare dei rischi geopolitici ancora più gravi. La Russia potrebbe reagire in maniera sconsiderata alle parole incendiarie di Washington, minacciando l’integrità territoriale del Vecchio Continente. E di certo il Putin “macellaio” di Biden non aiuta ad accorciare i tempi della guerra ucraina, che tutti in Europa vorremmo fossero i più brevi possibili per superare la fase più critica del conflitto. In altre parole, i governi europei hanno voluto segnalare a Biden che non sono disposti a inseguirlo sulla strada del bellicismo esasperato contro Mosca.
Europa in cerca di una via diplomatica
Il presidente americano si sarà fatto prendere la mano dal clima profondamente anti-russo che si respira in Polonia, il paese europeo che più vorrebbe persino un intervento militare della NATO in Ucraina. Varsavia teme di essere la prossima vittima dell’esercito russo. Circola già voce che Mosca starebbe orchestrando un pretesto per fare esplodere la tensione tra polacchi e bielorussi e giustificare un’invasione dei secondi ai danni dei primi.
Tuttavia, è altresì probabile che Biden abbia mal inteso le volontà dei governi europei, credendo che l’estrema unità mostrata da tutto l’Occidente per reagire alla guerra di Putin fosse incondizionata. Le sanzioni, per sua stessa ammissione, faranno male all’economia europea. E’ il prezzo da pagare per garantire libertà, democrazia e possibilmente anche la pace nel continente. Ma fino a quale punto? Nelle cancellerie europee ci si inizia a chiedere se forse non esista una via diplomatica per evitare che il conflitto degeneri totalmente allargandosi e per minimizzarne l’impatto economico. Biden ha portato a casa i contratti del gas, l’Europa finora ha rimediato solo perdite. La Casa Bianca è avvertita: non potrà spingersi fino a ipotizzare un nuovo Afghanistan nel cuore del nostro continente.