Il 2024 è stato un anno da incorniciare per la bilancia commerciale italiana, che ha esitato un saldo attivo di 54,923 miliardi di euro, in crescita dai 34,011 miliardi del 2023. Questo significa che le esportazioni hanno superato le importazioni per circa il 2,5% del Pil, in attesa di conoscere con esattezza il valore nominale di quest’ultimo. Nel dettaglio, è stato raggiunto un avanzo record di 104,478 miliardi per l’interscambio non energetico dai 99,148 miliardi dell’anno prima. In forte calo, invece, il deficit energetico, cioè riferito ai prodotti legati all’energia: -49,555 miliardi da -65,137 miliardi.
In calo esportazioni verso UE
In valore, le esportazioni sono diminuite dello 0,4% a 623,4 miliardi.
Al netto dell’interscambio energetico, tuttavia, risultano aumentate dello 0,3%. Il dato è sintesi di un aumento dei prezzi del 2,1% e di un calo dei volumi del 2,4%. Le cose sono andate assai meglio verso i Paesi extra-UE (+1,2%), mentre verso il resto della UE il segno è stato negativo per l’1,9% nel confronto con il 2023. Quanto alle importazioni, in valore hanno segnato un crollo del 3,9% a 568,5 miliardi.
Dazi minaccia per Made in Italy
La bilancia commerciale continua a tenere a galla l’economia italiana. Senza di essa, il Pil sarebbe in forte calo. E questo ci deve fare riflettere sia sulla minaccia dei dazi americani, sia sulla debolezza della domanda aggregata interna. Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di maturazione dell’avanzo commerciale: 44 miliardi di dollari nel 2024, sostanzialmente stabile su base annua. E anche se le esportazioni italiane sul mercato americano sono diminuite del 3,7% in valore, ciò non toglie che circa i tre quarti del nostro intero saldo commerciale attivo arrivino grazie agli States.
E questo ci fa dipendere in maniera eccessiva dagli acquisti americani, che potrebbero risentire nell’immediato futuro dei dazi e del fattore cambio.
Quest’anno, tuttavia, i prezzi delle materie prime sono in forte crescita. Quelli del gas europeo sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2024, un fatto che può portare a una riduzione dell’avanzo commerciale nel 2025, attraverso la risalita del deficit energetico. L’Italia importa petrolio e gas dall’estero, per cui la sua bilancia commerciale risente negativamente dei rincari di questi ultimi.
Bilancia commerciale determinante per Pil italiano
Se considerate che, stando alle stime preliminari dell’ISTAT, l’economia italiana sarebbe cresciuta lo scorso anno solo dello 0,5%, capite bene quanto la bilancia commerciale contribuisca in maniera determinante a mantenere in vita il nostro tessuto produttivo. D’altra parte non abbiamo ancora raggiunto i massimi toccati negli anni pre-Covid rispetto al Pil, quando gli avanzi arrivarono a superare il 3%. Il Made in Italy va alla grande, ma è anche vero che necessita di mercati aperti per procrastinare il suo successo. E il mondo non sta andando affatto in questa direzione. Non solo Trump, stiamo assistendo un po’ ovunque all’innalzamento di barriere doganali di tipo tariffario e non a tutela ciascuno della propria economia.