I guadagni quest’anno sono intorno al 125% e il meglio potrebbe arrivare nelle prossime settimane, quando la Securities and Exchange Commission, la Consob americana, darebbe il via libera agli ETF su Bitcoin. Il mercato delle “criptovalute” torna ad animarsi dopo un periodo di declino, coincidente grosso modo con il rialzo globale dei tassi di interesse. E una mano la darebbe loro anche il presidente eletto dell’Argentina, Javier Milei.
Programma “anarco-capitalista” per Milei
Milei ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica scorsa con il 56% dei voti, battendo alla grande il rivale peronista e ministro delle Finanze, Sergio Massa.
Ha vinto le elezioni con un programma non esattamente “argentino”, anzi che definiremmo “iper-thatcheriano”: tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni e ridimensionamento del ruolo dello stato in economia. Non solo. Egli ha proposto di eliminare i pesos dalla circolazione, visto che non valgono più nulla, rimpiazzandoli con il dollaro americano. A tale scopo, ha promesso di voler eliminare anche la banca centrale. Solo così ci sarebbe la certezza che in Argentina nessuno stamperebbe più moneta per finanziare i debiti dei governi, finendo per alimentare l’inflazione.
Bitcoin moneta legale in El Salvador
Nei mesi passati, Milei si è espresso a favore anche dei Bitcoin e complessivamente del mercato delle “criptovalute”. Questo sta accendendo la speranza in molti che il nuovo presidente possa ringalluzzire ulteriormente le quotazioni di questo asset, imitando l’esempio di El Salvador. Qui, il presidente Nayib Bukele ha dichiarato Bitcoin moneta legale a partire dal settembre del 2021.
Verso un approccio liberale
Data anche la personalità stravagante di Milei, saremmo dinnanzi a un caso simile? Ha cercato di rispondere all’interrogativo Diana Mondino, economista e papabile ministro degli Esteri nella nuova amministrazione. La politica ha affermato che l’idea del presidente eletto consiste in un approccio liberale al mercato delle “criptovalute”, nel senso che lo stato dovrà rimuovere tutte le restrizioni ad oggi esistenti. In che senso? Ad oggi, spiega, risulta difficile persino accedere ai dollari, figuriamoci ai Bitcoin. Se ci fosse un contratto tra due privati siglato in questa moneta digitale, dovrebbe avere validità legale.
In sostanza, lo stato non dovrebbe più permettersi di sindacare sulla volontà delle parti. E qui torniamo alla definizione di anarco-capitalista. Milei non propone affatto di far diventare Bitcoin moneta legale, perché questa sarebbe un’imposizione e andrebbe contro i suoi principi. Egli propugna un sistema economico estremamente libero, in cui le persone siano lasciate in pace di commerciare, fare affari, impresa e stipulare contratti nelle valute che meglio ritengono. Dunque, qualsiasi restrizione all’uso di Bitcoin verrebbe smantellata.
Argentina prossimo paradiso per Bitcoin?
C’è da mettere in conto che Milei non governerà da solo, non sarà un monarca assoluto. I suoi alleati del centro-destra tradizionale tireranno probabilmente il freno a mano su diversi temi, contrastando verosimilmente proprio la dollarizzazione. Minori resistenze vi sarebbero nel caso sulla liberalizzazione delle “criptovalute”, non trattandosi di un’imposizione e comportando possibili vantaggi per l’economia nazionale. L’Argentina potrebbe trasformarsi in un “paradiso dei Bitcoin”, date le sue dimensioni economiche e demografiche. Se questo si tradurrà anche in un nuovo impulso alle quotazioni, lo vedremo.