Bitcoin: prezzi esplosivi e da record, ma è crollo improvviso (-21%), che succede?

I prezzi dei Bitcoin sono esplosi anche in questi primi giorni dell'anno, raggiungendo quasi i record di sempre. Vediamo cosa li sostiene.
8 anni fa
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Non smettono più di correre i prezzi dei Bitcoin, la moneta digitale, che nel 2016 ha già segnato un rialzo del 122%, battendo qualsiasi altro cambio tradizionale per il secondo anno consecutivo. Nella mattinata odierna, le quotazioni sono schizzate fino a 1.152 dollari e al momento si attestano a 1.140 dollari, arrivando a segnare il 18% dall’inizio del 2017. Il dato più importante è che la “cripto-moneta” sembra avere preso il largo dalla soglia dei 1.000 dollari, che solo fino a qualche settimana fa sembrava irraggiungibile. Di fatto, in queste ore i Bitcoin tornano verso i livelli record mai segnati, che nel 2013 furono di 1.162 dollari.

Ma cosa sta rinvigorendo in maniera così eclatante questo asset?

(A META’ SEDUTA, I PREZZI DEI BITCOIN HANNO INIZIATO A RIPIEGARE, SCENDENDO FINO A 888 DOLLARI E SEGNANDO UN CROLLO DEL 21% RISPETTO AI LIVELLI DI APERTURA, SALVO RISALIRE A 950 DOLLARI NEL TARDO POMERIGGIO. COSA SUCCEDE? LA BANCA CENTRALE MESSICANA STA INTERVENENDO A SOSTENERE IL CAMBIO, CHE GUADAGNA QUASI L’1%, MENTRE DALLE AUTORITA’ CINESI ARRIVANO VOCI DI POSSIBILI CONTROLLI SUI CAPITALI PER DIFENDERE LO YUAN).

Qualcuno mette in relazione il boom dei Bitcoin con la crisi dello yuan. In effetti, la valuta cinese si mostra abbastanza debole da mesi e si vocifera che la People’s Bank of China starebbe intervenendo sui mercati da alcune sedute per contrastare questo costante indebolimento e impedire che il cambio contro il dollaro sfondi la soglia psicologica di 7, anche perché teme la reazione del presidente eletto USA, Donald Trump, che ha minacciato come primo atto della sua amministrazione dal 20 gennaio di qualificare la Cina come “manipolatore del cambio”. (Leggi anche: Bitcoin, 2017 inizia col botto)

La crisi dello yuan e l’imminente presidenza Trump

Per questo, nell’ultima settimana sarebbe stata ritirata liquidità da Pechino per 435 miliardi di yuan o 63 miliardi di dollari, ma ciò sta facendo esplodere i tassi sui depositi overnight in valuta locale fino alla percentuale strabiliante del 45%.

La crisi dello yuan sarebbe collegata ai Bitcoin, perché pare che molti investitori cinesi starebbero buttandosi sulla moneta digitale per proteggersi dalla debolezza della loro moneta. Secondo i dati di Cryptocompare, nella prima seduta dell’anno sono stati acquistati 5 milioni di Bitcoin in yuan e appena 53.000 in dollari. Insomma, la forza per questo asset arriverebbe dall’Asia. (Leggi anche: Bitcoin, quali previsioni per il 2017)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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