Black list 2020: l’Unione Europea aggiorna la lista

L’unione Europea ha da poco aggiornato la lista dei paradisi fiscali. Cosa comporta questo?
5 anni fa
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In Italia, sostanzialmente, per tutte le operazioni effettuate entro il 31 dicembre 2016, tutti i soggetti passivi dovevano comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle operazioni effettuate con operatori economici con sede, residenza o domicilio negli Stati o territori a fiscalità privilegiata (cosiddetti paradisi fiscali).

Essi erano individuati dal decreto 4 maggio 1999 del Ministro delle Finanze e dal decreto 21 novembre 2001 del Ministro dell’Economia e delle Finanze.

In ogni caso, a partire dal primo gennaio 2017, ai sensi dell’articolo 4, comma 4, lettera d, del Decreto Legge del 22/10/2016 n.

193, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2016 n. 225, l’obbligo di comunicare tali operazioni all’Agenzia delle Entrate è stato soppresso.

Paradisi fiscali. Cosa sono e come vengono individuati

I paesi della “Black List” sono, sostanzialmente, quelli che, allo stesso tempo:

  • Hanno adottato regimi fiscali agevolati, con una tassazione decisamente più bassa rispetto che ad altri paesi;
  • Non hanno aderito al sistema di scambio dei dati fiscali con le altre Nazioni (mantenendo, anche, in alcuni casi, il cosiddetto segreto bancario).

Nonostante in Italia, a partire dal primo gennaio 2017, l’obbligo di comunicare all’amministrazione finanziaria le operazioni intrattenute con questi paesi sia stato sospeso, l’elenco dell’Agenzia delle Entrate è rimasto formalmente in vigore.

Ad oggi, l’elenco dei paesi “Black List” non viene più aggiornato dall’Agenzia delle Entrate, ma esso viene stilato e costantemente aggiornato direttamente dall’Unione Europea e dall’Ecofin.

Ultimo aggiornamento della Black List

L’ultimo aggiornamento dell’elenco dei paesi con fiscalità agevolata che, allo stesso tempo, non intendono comunicare i dati dei cittadini di altre nazioni che hanno intrattenuto operazioni con essi, risale al 14 novembre 2019.

Il nuovo elenco, approvato del Consiglio Europeo dell’Economia e della Finanza, è composto dai seguenti paesi:

  • Samoa americane;
  • Figi;
  • Guam;
  • Oman;
  • Samoa;
  • Trinidad e Tobago;
  • Isole Vergini degli Stati Uniti;
  • Vanuatu.

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