Ormai da qualche giorno un allarmante messaggio gira sui vari profili di Whatsapp: Boicottare i prodotti Parmalat poichè l’azienda preferisce comprare i il latte francese piuttosto che usare quello italiano.
La notizia diffusa in questi giorni è una sorta di mosaico preso da diverse fonti, alcune vere ma superate (di oltre un anno fa), altre false e senza fonte. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
Boicottare Parmalat: attenzione alla bufala
Il messaggio che rimbalza sui vari profili Whatsapp è il seguente: “Oggi è scoppiato lo scandalo nelle Valli Genovesi. La Parmalat , a scadenza del contratto, ha deciso di non rinnovare il contratto con gli allevatori delle Valli Genovesi, preferisce comprare dalla Francia ….e dalla Cina….. Quindi il latte Oro non contiene più latte ligure, forse nemmeno italiano NON COMPRATE PIU’ PRODOTTI PARMALAT E FATE GIRARE LA NOTIZIA. Gli allevatori sono due giorni che buttano il latte nei prati, con danni ingenti ! Tra questi ci sono molti giovani che avevano rifatto le stalle anche con impianti fotovoltaici, indebitandosi con mutui stellari e ora? Il Municipio di Sestri Ponente si è già mobilitato per vendere i prodotti caseari che produrranno gli allevatori. Ma non è sufficiente perchè nelle Valli genovesi c’è la più grande concentrazione di allevamenti bovini della Liguria. Bisogna fare rete e aiutare questa gente, grazie”.
Come abbiamo anticipata parte della notizia è vera, anche perchè le bufale per proliferare hanno bisogno di un fondo di verità su cui basarsi. Il gruppo di cui fa parte Parmalat, Lactasil, alla scadenza del contratto, nella primavera del 2016, con gli allevatori interessati non ha proposto il rinnovo del contratto stesso.
Sulla vicenda si era espresso anche l’assessore regionale ligure Mai, nell’aprile del 2016, che ha chiarito “in questi giorni ho seguito le alterne vicende sull’accordo commerciale con Parmalat su cui era parso anche potesse aprirsi uno spiraglio, ma che poi non si è concretizzato.
Ovviamente il messaggio virale si guarda bene dal dire che l’emergenza latte è rientrata e si è risolta poichè il latte ligure ha trovato altri acquirenti così come annunciato dall’assessore regionale all’Agricoltura e all’Allevamento Stefano Mai.
A voler smentire le voci la stessa azienda che ha rilasciato, a mezzo socila network, un comunicato stampa:
“Latte Oro ribadisce con forza lo storico legame con la città di Genova e l’impegno assoluto a garantire la massima qualità e la provenienza 100% di latte fresco Italiano da allevamenti selezionati. Da molto tempo l’azienda ha avviato una serie di iniziative in favore dei consumatori, dei cittadini e del territorio di Genova, di cui da sempre Latte Oro è una espressione riconosciuta. Le polemiche mediatiche ed i continui attacchi infondati non hanno fatto altro che penalizzare ulteriormente i consumi di latte fresco in un mercato già in forte difficoltà. Latte Oro, nonostante il calo dei consumi ha continuato negli ultimi anni a ritirare anche il latte locale – ad esempio – dalla Cooperativa Valpolcevera pagandolo al prezzo di mercato. Vista la situazione attuale di crisi dei consumi, e la scadenza degli accordi contrattuali con alcuni conferenti di latte, l’azienda è in questi giorni impegnata in una discussione con i produttori locali riguardante la quantità di latte necessaria alla produzione. L’azienda conferma il massimo impegno a sostegno dei consumi e degli investimenti locali anche attraverso il lavoro quotidiano degli oltre cento genovesi che operano sul territorio. Parmalat”
Parmalat, inoltre, ci ha tenuto a precisare che il latte fresco ha una durata di 6 giorni e sarebbe, quindi, impossibile una provenienza del latte dalla Cina garantendo, tra l’altro, la provenienza del Latte Fresco direttamente dall’Italia.
La Cina, tra l’altro, ha una bassissima produzione di latte che non basta neanche a coprire il fabbisogno della propria popolazione. L’importazione dalla Cina, quindi, sarebbe fisicamente impossibile.
Chiudiamo, per completezza di informazione, con l’ultimo comunicato stampa della Parmalat, datato 5 maggio 2016, in cui l’azienda spiega l’accaduto:
“Parmalat Spa da decenni produce, come i consumatori sanno, il proprio latte fresco attingendo in via esclusiva da filiere di allevatori italiani, garantendo il permanente rispetto di un alto standard qualitativo.
La cessazione dei rapporti commerciali con un ristretto gruppo di allevatori liguri ha offerto il pretesto per una campagna mediatica fondata su una incompleta ed incoerente rappresentazione dei fatti, divulgata con lo scopo persino di istigare i consumatori al boicottaggio dei prodotti “Parmalat” e del gruppo industriale del quale fa parte.
Parmalat Spa ritiene pertanto doveroso, al fine di consentire ai consumatori di valutare autonomamente l’effettivo sviluppo storico dei rapporti con gli allevatori liguri, di precisare quanto segue.
La cessazione della fornitura di latte dalla Coop. Valpolcevera a Parmalat è avvenuta per la naturale scadenza del relativo contratto annuale a far data dal 31 marzo 2016.
Parmalat, anzi, ne aveva preannunciato la cessazione alla Coop. Valpolcevera con congruo anticipo, sottolineando le reiterate criticità di qualità del latte fornito.
Pertanto, Parmalat non aveva avanzato nei confronti della Coop. Valpolcevera alcuna proposta di rinnovo del contratto in scadenza, né tantomeno di rideterminazione del prezzo di acquisto a 25 centesimi al litro.
Risulta conseguentemente del tutto infondata e gravemente lesiva della immagine della società, l’affermazione che Parmalat avrebbe assunto la decisione di trasferire l’approvvigionamento all’estero per la produzione di latte fresco, di cui invece continua a garantire quotidianamente provenienza italiana, tracciabilità, sicurezza e qualità.
Parmalat Spa pertanto confida nell’interruzione della divulgazione di informazioni non rispondenti al vero e nella pubblicazione del presente comunicato al fine di ripristinare la correttezza informativa nei confronti dei lettori e dei consumatori, riservandosi di agire in ogni sede a tutela della integrità della immagine aziendale per ogni eventuale ulteriore divulgazione di notizie diffamatorie. Ufficio Stampa Parmalat”