Trump definisce Bitcoin una “truffa”, ma la bolla finanziaria ha origini istituzionali

L'ex presidente americano mette in guardia contro la "criptovaluta", anche se il principale rischio sui mercati è alimentato da governi e banche centrali.
4 anni fa
3 minuti di lettura
Bolla finanziaria e il caso Bitcoin

Intervistato da Fox News, l’ex presidente americano Donald Trump è tornato a farsi sentire sui temi dell’attualità politica ed economica. Ha usato parole forti contro Bitcoin, definendoli una “truffa” ai danni del dollaro. Ha per questo chiesto una “forte regolamentazione” dell’asset. Anche a seguito di tale dichiarazione, la “criptovaluta” ieri perdeva oltre il 10%, scendendo in area 32.700 dollari nel tardo pomeriggio. Il tycoon non solo non è affatto fuori dalla politica e ambisce a ripresentarsi alle elezioni presidenziali del 2024. Egli controlla gran parte del Partito Repubblicano, che alle elezioni di novembre del 2022 tenterà di conquistare il controllo del Congresso.

Il punto è che anche qualora considerassimo Bitcoin una truffa, non sarebbe l’unica, né forse la più eclatante. La bolla finanziaria sta ingigantendosi di mese in mese, come dimostrano altri casi vistosi. Le azioni AMC guadagnano quest’anno all’incirca il 3.000% e senza alcun motivo valido. Semplicemente, rientrano tra i cosiddetti “meme stock”, i titoli resi popolari dai trader iscritti al forum online Reddit e attivi perlopiù sulla piattaforma Robinhood.

Il caso Musk

Se dovessimo, poi, cercare qualche papabile truffatore, dovremmo attenzionare alcune dichiarazioni a dir poco incoerenti tra di loro e che negli ultimi mesi stanno tenendo le “criptovalute” sulle montagne russe. Il fondatore e CEO di Tesla, Elon Musk, ha rinvigorito il boom di Bitcoin all’inizio dell’anno, quando ha annunciato un investimento da 1,5 miliardi da parte della sua società e la sua accettazione come valuta di pagamento delle auto elettriche. Ma in primavera si è rimangiato la parola e ha tuonato contro le monete digitali, provocandone il crollo dei prezzi.

Per quanto in passato abbia avuto problemi con la SEC, a causa dei suoi tweet incompatibili con il ruolo di manager di una società quotata in borsa, pare che le autorità finanziarie americane non abbiano ravvisato alcun comportamento scorretto in Musk negli ultimi tempi.

Invece, il caso dimostra in maniera lampante due cose: che il cattivo uso dei mezzi di informazione, specie i social, fa danni e che sui mercati esista troppa liquidità. La bolla finanziaria si alimenta proprio di questo eccesso di denaro a costo bassissimo o negativo, il quale consente a un pubblico di investitori sempre più diffuso e minuto di rovesciare le sorti di un titolo o un asset contro ogni logica basata sui fondamentali.

Una bolla finanziaria di natura istituzionale

Da dove deriva questa montagna di denaro facile? Banche centrali e governi. Le prime rilasciano liquidità acquistando bond e azzerando i tassi d’interessi. I secondi emettono debiti sproporzionati per sostenere le rispettive economie contro la pandemia. Mentre i consumi per mesi sono stati fermi o in forte calo per via delle restrizioni anti-Covid, gli assegni sono affluiti abbondantemente nelle case di milioni di famiglie. E anziché acquistare beni e servizi, sono finiti per finanziare la speculazione finanziaria.

Trump ha ragione quando dichiara che Bitcoin minaccia il dollaro, aggiungendo che questo è e deve rimanere “la valuta del mondo”. Ma la “criptovaluta” è la risposta a un problema avvertito da un numero crescente non solo di investitori nerd, quanto anche di gente comune: la perdita di credibilità del sistema finanziario tradizionale. La Federal Reserve emette biglietti in quantità inimmaginabile fino a pochi anni fa, mentre il governo federale USA s’indebita per cifre mostruose. Quanto varranno di questo passo i dollari da qui a tot anni? E se è vero che l’alternativa ad oggi non esiste, d’altra parte la ricerca di soluzioni è partita subito dopo la crisi finanziaria del 2008, quando divenne immediato comprendere la china che i mercati avrebbero preso negli anni futuri.

I Bitcoin sono una truffa esattamente quanto le obbligazioni con rendimenti negativi e le azioni a prezzi di oltre 1.000 volte gli utili annuali.

In comune, questi asset hanno l’assenza di legame tra la quotazione e la realtà. Perché mai dovrei accettare di perdere denaro prestandolo ai governi e alle imprese? E perché mai dovrei valutare una società quotata mille volte la sua capacità di produrre utili? Per la stessa ragione per la quale decido di acquistare un asset – il Bitcoin – che nella realtà serve a poco e niente: per impiegare in un qualche modo la liquidità, confidando che altri lo facciano dopo di me e continuino ad accrescere il valore del mio investimento. E’ il classico effetto di una bolla finanziaria. Non importa che tu creda alla giustezza di un investimento. Basta che fingiamo di crederci tutti. Una roulette voluta da banchieri centrali e governanti compiacenti.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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