Famiglie tedesche arrabbiate
In teoria, si penserebbe che le famiglie tedesche siano contente di questa situazione, ma così non è. La Germania vanta la percentuale più bassa di famiglie proprietarie di un immobili, pari solamente al 52,5%, il 30% in meno che in Italia e più basso di quasi venti punti che nell’intera UE.
Quando i prezzi delle case salgono in Italia, generalmente vi è un clima positivo tra le famiglie, perché la stragrande maggioranza di loro possiede già un immobile e virtualmente è come se diventasse più ricca.
Mutui convenienti, ma meno abbordabili
Certo, i tassi zero praticati dalla BCE rende meno costoso ricorrere al mutuo, ma resta il fatto che bisogna anticipare parte della liquidità occorrente per accedervi e gli stipendi non sono cresciuti granché in questi anni, mentre il costo degli affitti è rimasto sostanzialmente stabile dal 2000. Dunque, in molti casi ai tedeschi conviene restare in affitto, piuttosto che indebitarsi, nonostante siano tra i meno esposti al mondo, con passività nette pari al 60% del pil. (Leggi anche: Tassi zero, rischi per economia e banche)
La Germania non è l’unica economia a subire le conseguenze della politica accomodante senza precedenti della BCE. In Estonia, i prezzi delle case sono esplosi di oltre il 67% dal 2010, in Lettonia di quasi il 39%, in Lituania del 28% e in Lussemburgo del 34%, in Austria del 43%. La media nell’area è di appena il 3%, con l’Italia a segnare -14% e la Spagna -21%.