La situazione in Europa
A titolo di confronto, nel Regno Unito un immobile costava a fine 2016 oltre l’86% in più rispetto al 2000 e solo meno del 4% rispetto all’apice del 2008. A Londra, poi, attualmente si viaggia su livelli quasi insostenibili, occorrendo più di 14 stipendi annuali per acquistare un immobile secondo l’Affordability Index, nuovo record, sebbene con le incertezze relative alla Brexit e anche per effetto di una tassazione punitiva per i grandi immobili, la dinamica è stata meno marcata nel 2016 rispetto al resto del paese per la prima volta dal 2008.
In Germania, rispetto all’anno 2000, nonostante il boom inconsueto degli ultimi anni (+6,5% dal 2010), i prezzi risulterebbero cresciuti mediamente di meno del 3% alla fine dello scorso anno. Diverso il discorso in Spagna, dove una casa sarebbe oggi più costosa del 24% rispetto al 2000, ma in calo di oltre il 36% dal 2007, quando esplose la potente bolla immobiliare, che ha travolto l’economia del paese. In Francia, il segno più è di ben il 71% in 16 anni, ma resta negativo del 6% al confronto con i livelli raggiunti nel 2007. (Leggi anche: Bolla immobiliare, Germania tra paesi a rischio)
Italia e Germania, quindi, risultano tra le grandi, le economie con prezzi immobiliari più stabili dall’inizio del nuovo Millennio, ma con la differenza che le case tedesche stanno rincarando sin dal 2010, mentre quelle italiane continuano a diminuire di prezzo. Ecco il perché dei dati Tecnocasa: a fronte di stipendi stabili o solo leggermente in crescita negli ultimissimi tempi, il crollo dei valori immobiliari sta rendendo più alla portata l’acquisto di casa rispetto a un decennio fa. E forse il mercato non ha nemmeno ancora toccato il fondo.