Come leggere la bolletta della luce per non aver spiacevoli sorprese? Sapere come si fa, ora più che mai, è importante, visti gli aumenti degli ultimi periodi. La situazione è sicuramente migliorata ma rispetto allo scorso anno si paga molto ma molto più.
Imparando a conoscere la propria bolletta dell’elettricità, si può avere un quadro più chiaro di quello che si spende e si può anche iniziare a risparmiare qualcosina sulla spesa.
Ovviamente si devono rispettare delle regole, come ad esempio, quella di spegnere la luce quando si passa da una stanza all’altra.
Come leggere la bolletta della luce
Ricevere una bolletta della luce con costi troppo bassi o troppo alti deve far scattare un campanello d’allarme. Significa che c’è qualcosa che non va. È necessario quindi saperla leggere per intero e non solo la prima pagina. Quest’ultima, infatti, riporta di solito le informazioni del contratto che si ha, il recapito da contattare nel caso di guasto ed il totale.
Nella pagina seguente, ovvero dalla seconda in poi, sono riportati i consumi stimati o effettivi e gli elementi di dettaglio. Per escludere che ci siano problemi di fatturazione delle propria bolletta della luce è necessario seguire tre importanti passaggi.
I 3 passaggi da eseguire
La prima cosa da fare per controllare che la propria bolletta della luce sia corretta è quella di verificare le informazioni riportate sul documento. Ad esempio se si è veramente nel mercato libero o in quello tutelato e se i dati personali nonché quelli della fornitura sono esatti.
L’associazione che aiuta i consumatori “Assoutenti” consiglia poi di verificare che la lettura sia reale e non stimata. Solitamente questa voce si trova nella seconda pagina. Tale tipo di lettura non si basa sui consumi kWh indicati sul contatore ma su un a stima effettuata dal fornitore sulla base di una rilevazione fatta in passato.
Il problema è che nel caso ci sia questa tipologia di lettura nel corso dell’anno c’è sempre una bolletta di conguaglio. Perché? Il motivo è che si deve coprire la differenza tra i consumi rilevati e quelli stimati.
Infine si deve prestare la massima attenzione ai termini di prescrizione. Ricordiamo che il fornitore non può chiedere cifre relative a periodi antecedenti ai due anni dalla data di emissione della fattura. Qualora lo faccia non si devono pagare tali importi prescritti e fare un reclamo scritto. Ci si può rivolgere però anche ad un’associazione a tutela dei consumatori.