L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha dato il via libera all’aumento retroattivo delle tariffe idriche, in relazione ai consumi dell’acquedotto. La retroattività del provvedimento ha acceso numerose polemiche in rete, dal momento che tale concetto viene spesso etichettato come ingiusto dalla maggior parte (se non tutti) dei contribuenti italiani. Il punto di partenza per cui scatteranno gli aumenti delle nuove tariffe è stato fissato al 1° gennaio 2018. La logica vuole che per alcune utenze domestiche nella prossima bolletta dell’acqua non ci sarà un semplice maxi-conguaglio.
Aumento per tutti
A darne notizia è Il Sole 24 Ore nella sua edizione cartacea, notizia ripresa online poi dal portale La Legge per Tutti. L’aumento delle tariffe idriche, retroattivo dal 1° gennaio 2018, varrà per tutte le utenze. Ciò indipendentemente dalla regione di appartenenza. L’obiettivo dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente è di uniformare le diverse categorie di utenza e di rendere più semplice il calcolo dell’importo dovuto dal destinatario della bolletta dell’acqua al fornitore. Se vogliamo, una beffa ulteriore è il timing scelto dall’Autorità per avviare una nuova stagione di rincari, dal momento che milioni di italiani nei mesi di luglio e agosto saranno in vacanza.
Costi pro capite
Le famiglie più danneggiate saranno quelle più numerose. ARERA ha infatti stabilito un criterio in base al quale i costi cambieranno rispetto al numero dei componenti del nucleo famigliare: più alto è il numero delle persone che abitano sotto lo stesso tetto, maggiore sarà il costo da pagare. Non cambia nulla invece sul fronte della quota fissa e della quota variabile, concetti rimasti immutati anche dopo la nuova disposizione dell’Autorità di regolazione, destinata a far discutere ancora per tanto tempo. Da una parte, la quota fissa è determinata dai costi per le infrastrutture idriche), la quota variabile invece si basa sul consumo specifico di ciascuna utenza.
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