Una vera e propria doccia gelata. Non solo l’obbligo di passaggio al Mercato Libero, a partire dal 10 gennaio per il gas e dal 1° luglio per la corrente elettrica, ma adesso arrivano anche le penali per gli eventuali recessi anticipati. Semplificando al massimo, a partire dal 1° gennaio, chi vorrà cambiare il fornitore di energia elettrica prima della scadenza naturale del contratto, potrebbe essere obbligato a pagare degli extracosti. C’è da chiedersi se il Mercato Libero dell’energia sia davvero “libero”.
Quando si applicherà l’eventuale penale sulla recessione dai contratti per le bollette dell’energia
La definizione di queste nuove norme si trova in una delibera di ARERA dello scorso 6 giugno, un documento che recepisce e applica la cosiddetta “direttiva elettrica” dell’Unione Europea del 2019. L’ambito di applicazione della norma sulle penali per il recesso anticipato si applica non a tutte le tipologie di contratto, ma soltanto ad alcune. La possibilità da parte delle compagnie energetiche di applicare questi costi aggiuntivi riguarda due tipologie di contratti:
1. i contratti a tempo determinato, che solitamente variano tra i 12 e i 24 mesi, e che presentano un prezzo fisso;
2. i contratti a tempo indeterminato che presentano un prezzo fisso per un determinato periodo e la penale, in caso di recessione, si applica soltanto a quest’ultimo arco di tempo.
Si tratta di una nuova batosta per i consumatori dopo l’obbligo del passaggio al Mercato Libero, in uno dei periodi di maggiore volatilità dei costi dell’energia.
Gli obblighi dei fornitori sulla recessione dai contratti nel Mercato Libero
Il documento di ARERA non prevede soltanto la possibilità di applicazione delle penali da parte dei fornitori in caso di recesso anticipato, ma anche degli specifici obblighi da parte di questi ultimi.
Insorgono le associazioni dei consumatori
Si tratta di una vera e propria batosta per i consumatori. In uno scenario caratterizzato dalla volatilità dei costi dell’energia, da un’alta inflazione e da un futuro che non si prospetta roseo per tutta l’Eurozona, ecco che arrivano anche le penali proprio nel momento in cui milioni di famiglie sono state obbligate a passare al Mercato Libero. Già soltanto la fine del Mercato Tutelato si tradurrà per la maggior parte delle famiglie italiane in un aumento di spesa per le bollette. Le reazioni delle associazioni dei consumatori sono state estremamente dure.
Una di queste ha già annunciato che ricorrerà contro la delibera di ARERA al TAR del Lazio: l’idea è che gli eventuali oneri aggiuntivi siano “illegittimi” e che si possa arrivare a mettere in campo una vera e propria class action da parte di tutti i clienti che si troveranno a essere danneggiati.
Consumerismo parla di una vera e propria beffa: il mercato così non è davvero “libero” perché i rischi di impresa sono scaricati sul consumatore finale. L’Unione Nazionale Consumatori ne fa una questione pienamente politica, sostenendo che il Parlamento Italiano ha deciso di stare dalla parte delle potentissime compagnie energetiche e non da quella delle famiglie.
Si è fatta sentire, infine, anche Assoutenti, la quale ha chiesto invece l’intervento dell’Antitrust e Mister Prezzi, in quanto questi extracosti potevano essere accettabili soltanto in uno scenario normale, quando le tariffe dell’energia non erano così volatili, ma nella situazione attuale si tratta di un modo di sviare la concorrenza, impedendo di fatto ai consumatori finali la “libera” scelta.
In sintesi…
1. Una nuova batosta per i consumatori italiani: chi vorrà recedere anticipatamente da un contratto di fornitura dell’energia elettrica, a partire dal 1° gennaio, potrebbe essere obbligato a pagare una penale
2. La delibera ARERA prevede anche alcuni obblighi, in realtà molto deboli e poco chiari, da parte delle aziende fornitrici dell’energia
3. Insorgono le associazioni dei consumatori, che promettono battaglia sia politica che giudiziaria.