Nonostante una netta discesa del prezzo all’ingrosso della materia prima energetica, le bollette gas risultano praticamente invariate. Quali sono le ragioni di questo ‘mistero’? La risposta è per certi versi semplice e l’ha spiegata l’autorità di regolamentazione del mercato dell’energia e del gas, l’ARERA nel momento in cui ha annunciato quali sono state le tariffe applicate per il mese di maggio. Per quanto concerne il gas, infatti, l’aggiornamento avviene mese per mese, in modo tale da sterilizzare i continui saliscendi che la materia prima sta avendo a partire dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Perché le bollette restano invariate?
ARERA ha spiegato che si è registrato per il mese di maggio una quotazione media all’ingrosso nettamente inferiore rispetto a quella del mese precedente. Il prezzo per la sola materia prima energetica, l’indicatore CMEMm, per tutti coloro che si trovano nel regime di maggior tutela è stato di 34,06 euro per MWh. Semplificando al massimo, il costo della materia prima è sceso del 13,2%, mentre le bollette gas caleranno soltanto dello 0,2%. Questo calo delle tariffe è stato, però, controbilanciato dal graduale azzeramento della cosiddetta componente di sconto ‘UG2’, presente nel decreto bollette n. 34 del 2023.
Il decreto in questione prevede per il secondo trimestre del 2023 la riduzione dell’IVA per il gas al 5% e soprattutto l’azzeramento degli oneri di sistema restanti. Dal momento che si sta verificando una costante riduzione dei prezzi all’ingrosso del gas, le aliquote negative che rientrano nella cosiddetta componente tariffaria ‘UG2’, che riguarda gli scaglioni di consumo fino a 5000 metri cubi all’anno, sono state man mano ridotte fino a quest’ultimo aggiornamento in cui risultano azzerate. Dunque, a fronte di un abbassamento del costo del gas del 13,2%, le bollette gas hanno visto un +13% dovuto proprio a questo aggiornamento, per cui gli italiani andranno a spendere soltanto lo 0,2% in meno.
Bollette gas invariate nonostante il calo dei prezzi: la responsabilità è del governo
Le associazioni dei consumatori rilevano come la responsabilità di questa situazione sia esclusivamente dovuta alle scelte del governo Meloni.
Il responsabile del settore energia dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, Marco Vignola, spiega chiaramente come, se non vi fosse stata la reintroduzione degli oneri di sistema, le bollette gas sarebbero scese del 13,2% e non solo dello 0,2%. La tassazione complessiva sale a 475 euro su base annua.
Federconsumatori fa notare inoltre come l’andamento altalenante dei prezzi all’ingrosso del gas avrebbe dovuto spingere il governo Meloni a mantenere le tutele a vantaggio dei consumatori. La crisi energetica non è ancora finita e si chiede con forza di ripristinare la sterilizzazione degli oneri di sistema, per il gas ma anche per l’elettricità, almeno fino a tutto il 2024.
Un’altra nota associazione ribadisce come, dopo due anni di caro-energia che hanno messo in ginocchio gli italiani, il governo Meloni avrebbe dovuto prolungare gli sconti nelle bollette gas almeno per tutto l’anno solare 2023. L’inflazione, ancora molto alta, e le spese per le bollette luce e gas incidono notevolmente sui redditi degli italiani. In questo modo, si rischia un impoverimento sempre maggiore e sempre più generalizzato.
In sintesi…
1. Il prezzo all’ingrosso del gas è sceso del 13,2% ma il calo è stato sterilizzato dalla reintroduzione degli oneri di sistema, voluta dal governo Meloni, per cui gli italiani vedranno bollette gas praticamente invariate (-0,2%).
2. La spesa per il gas di una famiglia tipo su base annuale (giugno 2022-maggio 2023) è di 1.514 euro.
3. Dure le reazioni da parte delle associazioni dei consumatori che, a fronte delle responsabilità del governo Meloni, chiedono un ripensamento e un nuovo taglio degli oneri di sistema.