E’ stato ribattezzato Decreto anti-speculazione quello che è stato approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri. L’obiettivo consiste nel calmierare le tariffe delle bollette di luce e gas, che quest’anno rischiano di costare mediamente sui 1.400 euro complessivi in più a famiglia. L’Italia ha chiesto invano all’Europa di porre un tetto al prezzo di materie prime come petrolio e gas. Sulla stessa lunghezza d’onda Confindustria, che teme di questo passo la chiusura di gran parte delle attività produttive nel Bel Paese.
Il Nord Europa si è opposto al tetto ai prezzi richiesto dal Sud Europa e così il governo Draghi sta cercando di arrangiarsi come può. Con il decreto approvato nei giorni passati, esso consente all’ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente) di modificare il metodo di calcolo dei costi sostenuti dagli operatori che offrono il servizio. Allo scopo, il riferimento passa adesso al costo effettivo sostenuto e non già alle mere quotazioni internazionali, che da mesi sono esplose a livelli impensabili fino a poco tempo fa.
Bollette luce e gas, contano i costi effettivi
Ad esempio, sul mercato “benchmark” olandese il prezzo di un mega-wattora di gas si aggira sui 100 euro, quando il costo effettivamente sostenuto da una società italiana per l’importazione sarebbe mediamente sui 60 euro. Per questo, ARERA sta già sollecitando l’invio dei contratti relativi alle forniture di petrolio e gas stipulati dalle società italiane, al fine di verificare quali siano i costi effettivamente sostenuti e quali gli aumenti patiti rispetto al passato.
Le bollette di luce e gas potrebbero, in buona sostanza, ridursi nei prossimi trimestri, indipendentemente da quello che accadrà sui mercati internazionali, pur fino a un certo punto. Ad esempio, se una società importa gas grazie a un contratto pluriennale a prezzo bloccato, non ha motivo per scaricare sui clienti aggravi di costo inesistenti.