Alla fine, la montagna ha partorito il topolino. Almeno per la gran parte degli utenti italiani. Giovedì scorso, il Consiglio dei ministri si è riunito per cercare di affrontare il tema spinoso dei maxi-rincari per le bollette di luce e gas. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, li ha stimati nel 40%. A disposizione 3 miliardi di euro. In buona sostanza, il governo Draghi ha deciso di disattivare i rincari per gli oltre 3 milioni di persone che già beneficiano del bonus energia.
Inoltre, saranno azzerate le aliquote sugli oneri generali di sistema per 6 milioni di piccolissime e piccole imprese, così come anche per 26 milioni di utenti domestici fino a 16,5 kw. Quanto al gas, i 2,5 milioni di utenti che già beneficiano del bonus sociale gas non risentiranno sostanzialmente dei rincari, mentre per tutti gli altri l’IVA sarà abbassata al 5% dal 10% o 22% attuale, a seconda del consumo (sotto/sopra 480 metri cubi all’anno).
Rincari bollette luce e gas solo per la classe media
Nel dettaglio, gli interventi relativi ai bonus luce e gas costeranno 450 milioni, mentre il taglio agli oneri di sistema 1,2 miliardi, a cui il governo aggiunge altri 800 milioni. L’ipotesi di abbassare o azzerare l’IVA su tutte le bollette di luce e gas non ha trovato accoglimento nel governo. Sarebbe stata una soluzione costosa e probabilmente anche respinta dall’Unione Europea. Fatto sta che per l’ennesima volta gli italiani vengono suddivisi in due macro-categorie: i percettori di sussidi, che continueranno a beneficiare di ulteriori vantaggi economici, e il resto della popolazione.
Le famiglie con redditi da lavoro, spesso appena sufficienti al sostentamento, non trovano orecchie attente tra i politici.