Una delle maggiori preoccupazioni delle famiglie italiane riguarda i consumi di luce e gas. Le bollette eccessivamente onerose costituiscono un problema sentito da molti cittadini, un disagio che si è acuito negli ultimi tempi, soprattutto durante la stagione invernale, periodo in cui iniziano i pagamenti delle bollette per il riscaldamento domestico.
Tutti i giornali e i media stanno portando alla luce una problematica seria, vissuta dagli utenti, che si trovano a fronteggiare bollette eccessivamente elevate a causa delle cosiddette modifiche unilaterali dei contratti, operate dalle compagnie.
“Buonasera, desideravo chiedere il vostro aiuto per una bolletta del gas appena ricevuta dal mio fornitore. Mi è stata addebitata una somma di 1.500 euro, che ritengo sproporzionata rispetto alle cifre abitualmente pagate. Sono consapevole del maggiore consumo dovuto all’attivazione dei riscaldamenti in casa, cosa che in estate non accade. Tuttavia, non ritengo che il solo aumento del consumo giustifichi un incremento così marcato delle bollette. Lo affermo poiché, nello stesso periodo dell’anno scorso, il mio fornitore non ha mai emesso una bolletta superiore ai 400 euro. Mi era stato assicurato, al momento della stipula del contratto in ottobre 2022, che avrei sostenuto spese contenute. Invece, mi ritrovo ora in questa difficile situazione. Cosa posso fare?”
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Bollette troppo salate, ecco i motivi e come fare per contestarle o rateizzarle
Il prezzo del gas ha ripreso a salire, dopo mesi di prezzi contenuti a causa della crisi, ritornando ai livelli precedenti. La stagione invernale contribuisce a un significativo aumento dei consumi, nettamente superiori rispetto a quelli estivi.
Tuttavia, non è solo per questo motivo che le famiglie si trovano di fronte a bollette esorbitanti. Le compagnie utilizzano uno strumento, del tutto legittimo e previsto dai contratti, che consente loro di modificare le tariffe unilateralmente.
Bollette troppo salate, guida alla contestazione e i motivi per farlo
Con l’obbligo dell’entrata nel mercato libero, diverse compagnie offrono, al momento della sottoscrizione del contratto, una tariffa agevolata. Questa strategia può essere considerata una tattica aggressiva volta ad attrarre i clienti, i quali generalmente beneficiano di un considerevole risparmio per tutta la durata dell’offerta agevolata. È previsto dal contratto che, al termine di questa promozione, venga applicato un aumento tariffario. L’unico obbligo in capo alla compagnia è di comunicare tale variazione, che dovrebbe essere annunciata almeno 90 giorni prima dell’effettivo cambiamento.
Tale comunicazione può avvenire sia tramite lettera cartacea, inviata tramite Poste Italiane, sia semplicemente via email. Ma cosa succede se queste comunicazioni non si ricevono? È complesso imputare a una compagnia la mancata spedizione della lettera tramite Poste Italiane. Analogamente, per le email, tra le numerose che affollano quotidianamente la casella di posta elettronica dei clienti, rischiando di finire nello spam, può risultare difficile individuarle e leggerle in tempo reale.
Aumenti unilaterali delle tariffe, niente di illecito, ma qualcosa andrebbe corretto
Resta il fatto che le compagnie non commettono nulla di illegale. Tuttavia, sotto il profilo etico, si potrebbe aspettarsi qualcosa di più. Se, per acquisire un cliente, le compagnie non esitano a contattarlo ripetutamente, perché non adottano lo stesso approccio per informarlo di un aumento delle tariffe e suggerirgli di optare per un’alternativa più vantaggiosa?
Alcune compagnie stanno adottando un approccio proattivo, offrendo a chi si trova di fronte a una bolletta eccessivamente onerosa la possibilità di rateizzare il pagamento in modo quasi automatico e per un periodo esteso.
Tuttavia, è necessario affrontare anche il tema del cambio di tariffa, poiché, senza un intervento in questo senso, anche la bolletta successiva risulterebbe esosa. In assenza di una pronta soluzione, il pagamento delle rate delle bollette precedenti sarebbe rapidamente sopraffatto dall’arrivo di nuove fatture.
La preoccupazione degli utenti ed il ruolo delle associazioni di categoria
Alcune associazioni hanno segnalato di aver ricevuto numerose richieste di aiuto da parte dei consumatori, persone che hanno subito aumenti unilaterali dei prezzi, a volte esorbitanti. È sufficiente pensare che molte compagnie propongono ai nuovi clienti un costo per il metro cubo di gas compreso tra i 30 e i 50 centesimi di euro.
Tuttavia, come riportato dalle associazioni, nelle bollette più recenti, il prezzo può salire fino a 2,30-2,60 euro a metro cubo di gas. Ricorrere contro una bolletta eccessivamente cara è possibile, e può essere utile avvalersi del supporto di queste associazioni dei consumatori. Questo perché avviare un ricorso in autotutela può risultare complicato, soprattutto quando l’aumento tariffario era già previsto dal contratto inizialmente sottoscritto dal cliente.
Contenere il costo della materia prima sulle bollette
Ad esempio, alcune associazioni stanno richiedendo di limitare il costo massimo del metro cubo di gas a un massimo di 90 centesimi di euro. Un utente può presentare un reclamo singolo nei seguenti casi:
- consumi che non corrispondono a quelli effettivamente registrati dall’utenza;
- voci in bolletta non specificate o troppo vaghe rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente;
- servizi aggiuntivi mai richiesti dal cliente, ma inseriti e fatturati dalla compagnia.
Il ricorso in autotutela è ammesso in tutti questi casi, tanto che molte compagnie offrono sui propri siti ufficiali moduli di reclamo già preimpostati.